Troppo pessimismo alla Mostra di Venezia

L’Italia sarà presente con l’opera prima di Emma Dante “Via Castellana…”, “L’intrepido” di Gianni Amelio e il documentario “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi. Il direttore Barbera: «Nessun regista lancia un segnale di ottimismo»
Mostra del cinema di Venezia

È triste constatare che alla presentazione della Mostra veneziana del cinema 2013 si sia detto che dovremo abituarci a vedere sullo schermo guerre, miserie, pedofilie, incesti, necrofilie eccetera, ossia la peggiore parte del nostro mondo occidentale, come una deriva "fatale”. Non per un inutile moralismo, ma per un senso della misura, ci si sarebbe aspettato che il settantesimo della mostra più antica e gloriosa del cinema ci avesse risparmiato di continuare a vedere quello che da anni vediamo: ossia la bruttezza, il male gigantificato e, in fondo, pubblicizzato. Ma “nessun regista lancia un segnale di ottimismo”, ha detto il direttore della kermesse Alberto Barbera (nella foto).

Si dirà che le opere dei cineasti oggi sono di questo tipo. Davvero? O dipende dall'occhio di chi le sceglie? Forse l’umanità non è tutta così alla deriva, per accorgersene basta uscire da un certo mondo e incontrarne un altro, sotterraneo, che esiste ed ha diritto di cittadinanza nel cinema. Ma, staremo a vedere i film.

Non ci sono grosse novità: Cannes ha saccheggiato parecchio. Nemmeno troppo glamour. Le star costano troppo e la cassa piange, come si è visto dal buffet quaresimale, in netto contrasto con quello luculliano del passato. Ma alla dieta certo non ha fatto male!

Veniamo al dunque. L’Italia è presente in concorso con l’opera prima di Emma Dante “Via Castellana…” – scioccante, ci è stato detto e non c’è da meravigliarsene -, “L’intrepido” di Gianni Amelio – speriamo in un po’ di sana poesia -, e il documentario “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi. Almeno il documentario è salito sul predellino del cinema d’autore!

E, a proposito di autori, sfileranno giovani come James Franco – che fa un po’ tutto e dappertutto, talora è geniale  -, Amos Gitai, Philip Groning – uno che ama le lunghezze, stavolta oltre tre ore -, Philip Garrel – con il figlio Louis, ovviamente (ma che è bravo sul serio, non è solo un figlio d’arte) -,  e poi John Curran, Xavier Dolan, Alexandros Avranas, Terry Gilliam, Hayao Miyazaki

Fuori concorso arriva l’ultimo Kim-ki-duk (chissà perché lo si è pronunciato Kilm- ki- dàk, come se fosse un inglese..), Wajda e il nostro Ettore Scola – fra gli altri -; in “Orizzonti” la famiglia Coppola sforna stavolta un film della nipote Gia, ma ci sono anche i nostri Andrea Segre e Alessandro Rossetto e la brava, sia nel lungo come nel corto, Costanza Quatriglio.

I numeri: 53 nuovi film (2 in prima internazionale), 14 corti, 17 in Orizzonti. 19 film Usa, 21 italiani e poi 33 opere di altrettanti Paesi.

Come sarà la Mostra? D’autore, dicono. Ma intanto apre con Clooney – che non si perde una Venezia – e Sandra Bullock in Gravity in 3 D per la gioia dei palati entusiasti. Presiede la giuria il sempreverde Bertolucci. Auguri.

Fino al 7 settembre dal 28 agosto.

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