Trento ha bisogno di partecipazione

Le urgenze della città secondo il Movimento 5 Stelle che entra per la prima volta in consiglio comunale con tre seggi dell’opposizione. L’astensionismo si vince a partire dalla trasparenza nelle scelte urbanistiche e ambientali
Trento

Il 10 maggio ha portato con sé una ventata di novità: per la prima volta l'unica forza innovativa sulla scena politica italiana degli ultimi decenni, il Movimento 5 Stelle, è entrato nel comune di Trento. La soddisfazione è tanta: l'8,7 per cento, che vede un positivo incremento rispetto al 5,85 per cento delle elezioni provinciali del 2013, permette l'ingresso in consiglio comunale di tre portavoce pentastellati. 

Sebbene il tasso di astensione ci ricordi che la strada da fare è tanta, raccogliamo i frutti di una campagna elettorale all'insegna del contatto coi cittadini: campagna cominciata con il tour delle circoscrizioni per comporre il programma, proseguendo con banchetti e serate informative, fino alla chiusura in piazza, con la presenza dei parlamentari M5S che hanno parlato scendendo tra le persone senza la necessità di scorte o spiegamenti di polizia.

Cosa ci proponiamo di fare in consiglio comunale? Quello che stiamo facendo a tutti i livelli: in Europa, a Roma, in Provincia. Si tratta di cambiare il modo di fare politica, che non deve rappresentare una professione redditizia – in termini di profitto o di potere – ma  un servizio alla collettività; di qui il limite dei due mandati elettorali e il costante contatto con i cittadini una volta eletti, tramite incontri ed assemblee, i cosiddetti meetup.

La parola “partecipazione”, di cui anche durante queste elezioni i vari partiti hanno fatto un uso abbondante, è ridotta troppo spesso a slogan propagandistico; ecco perché poi la Provincia finisce per affossare completamente un disegno di legge di iniziativa popolare sull'introduzione, a complemento della democrazia rappresentativa, di strumenti di democrazia diretta (referendum propositivi e confermativi a quorum zero, per citarne alcuni). Per il M5S sono questi ultimi invece i più efficaci deterrenti contro la piaga dell'astensionismo da una parte, e dall'altra contro una gestione delle risorse non sempre finalizzata al bene pubblico. Per questo li riteniamo una priorità vista anche l'imminente necessità di modifica dello Statuto comunale.

Trento è senz'altro una città tra le più vivibili in Italia; tuttavia noi pensiamo che ci sia ancora molto, anzi “altro”, da fare. E ci sembra che la rielezione del sindaco uscente, ma con una percentuale ridotta rispetto alle scorse elezioni, stia ad indicare proprio questo.

Perché spendere più di 5 milioni di euro per un secondo sottopasso che dagli appartamenti fantasma del quartiere di lusso delle Albere porta verso il centro, quando sobborghi come Campotrentino mancano di un marciapiede o un pezzetto di verde? Cosa si aspetta a fare pressioni per la bonifica della Sloi, fabbrica abbandonata con il suo carico di rifiuti tossici e di cui l'attuale amministrazione sembra essersi dimenticata?

Le risorse sono drasticamente calate, tutto non si può fare: allora andiamo a rivedere le priorità condividendole con chi la città la vive, tramite istruttorie pubbliche e bilancio partecipato, come già accade in alcuni comuni italiani; e poi referendum finanziario per le opere dal costo superiore ad una certa cifra.

Andiamo a bloccare gli sprechi aumentando la trasparenza nella gestione dei soldi pubblici. Pensiamo al paventato acquisto dell'acquedotto da Dolomiti Energia – società partecipata che fornisce ai trentini le utenze domestiche – per 37 milioni di euro, la stessa Dolomiti Energia che nel 2013 ha registrato 60 milioni di utile. Perchè? Per chi? Ricordiamo le decine di milioni spesi per spostare al quartiere delle Albere (esempio di speculazione edilizia finita male) una biblioteca universitaria che risulterà così totalmente fuori mano. Perchè? Per chi?

Sono argomenti di cui non si parla abbastanza e su cui intendiamo invece puntare bene i riflettori. Una città dove le risorse sono meglio distribuite è una città anche più tollerante, ad esempio, verso chi viene da lontano in cerca di asilo. I larghi consensi riservati alla Lega Nord in queste elezioni devono farci certamente riflettere in questo senso.  

Come sempre il M5S appoggerà, all'interno del Consiglio, qualsiasi iniziativa che riterrà di buon senso, affiancando una propria attività propositiva sui temi della trasparenza, della partecipazione, della sostenibilità a tutti i livelli. Ma vigileremo attentamente perché il comune di Trento sia un luogo dove si decide per l'interesse di tutti e dove la voce dei cittadini sia realmente ascoltata.

 

Marianna Demattè è stata eletta al consiglio comunale di Trento 

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