Trenitardo in arrivo

Fondato da un gruppo di studenti dell'Università di Padova, il sito web www.trenitardo.org mira a dimostrare con dati attendibili il peso che i disagi dei ritardi dei treni hanno nel loro complesso. Il modo? Sommando in giorni, ore e minuti tutti i ritardi di cui gli utenti sono vittime
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Alzi la mano chi di voi non si è mai chiesto, dato che il tempo è denaro, a quanto ammonti in totale quello perso tra attese alla posta, code nel traffico e ritardi nel trasporto pubblico. Soprattutto nel caso dei treni, che nel Belpaese sono tristemente famosi per non essere propriamente il simbolo della puntualità. Se lo sono chiesti anche gli studenti dell’Università di Padova, che come tutti gli atenei fornisce alle Ferrovie dello Stato un buon numero di clienti pendolari: alcuni dei quali, immaginiamo, si saranno trovati a sciorinare imprecazioni irripetibili per aver magari perso un esame, e «ci scusiamo per il disagio». Pazienza per una lezione, che magari era pure noiosa; ma tornare all’appello successivo proprio no. L’Associazione studenti universitari e il Sindacato degli studenti hanno così ideato Trenitardo, un sito (www.trenitardo.org) e un’applicazione per Android con cui, diciamo così, sfogare in maniera costruttiva la propria rabbia.

Il funzionamento è semplice: collegandosi al sito, lo sfortunato studente o lavoratore pendolare può selezionare la città, la tratta ferroviaria e il treno su cui si trova. Il sistema andrà automaticamente a verificare su viaggiatreno.it di Trenitalia il ritardo accumulato dal convoglio in questione – insomma, non potete mentire dichiarando disservizi apocalittici solo per rivalsa contro le ferrovie – e registrerà il tutto sulla sua banca dati. Lo scopo è quello di dimostrare con dati attendibili il peso che questi disagi hanno nel loro complesso, e fare pressione affinché un mezzo ecologico come il treno venga incentivato piuttosto che subire tagli; ma anche fornire statistiche utili su quali tratte, quali tipi di treno o quali corse siano gli “anelli deboli” del sistema, così da poter intervenire.

Trenitardo è partito lunedì 18 novembre, coinvolgendo – oltre alla natìa Padova – le università di Udine e Venezia (Ca’ Foscari e Iuav) tramite le associazioni studentesche riunite nella Rete della conoscenza. Ad una settimana dal lancio, il ritardo totale accumulato era già di 11 giorni, 8 ore e 15 minuti: insomma, le ferrovie a nordest sono riuscite a fare più ritardo che giorni di lavoro. Il giorno più “ritardatario” è stato, manco a dirlo, un lunedì: il 25 novembre, con  ben 2 giorni, 18 ore e 51 minuti di ritardi segnalati. La performance peggiore quella dell’Intercity 595 Trieste-Napoli, che in una settimana ha accumulato l’iperbolica cifra di 495 minuti di ritardo; mentre pare gestito dagli svizzeri il regionale 11474, Bologna-Venezia, che ha totalizzato addirittura 60 minuti di anticipo. Per ora è possibile effettuare la ricerca solo per tratta, ma in futuro – assicurano gli studenti – lo si potrà fare anche per categoria di treno o per la singola corsa: del resto, la mole di dati non è ancora statisticamente significativa, dato il breve lasso di tempo su cui sono stati raccolti.

Nelle intenzioni degli elaboratori, Trenitardo vuol essere un progetto pilota: «Vorremmo estenderlo in futuro anche ad altre città universitarie – spiega Mathieu Scialino, dell’associazione studentesca udinese Neoateneo –, dato che la Rete della conoscenza è un’associazione nazionale». Il tutto, però, a tempo debito: «Dobbiamo prima essere certi che possa funzionare anche su vasta scala – prosegue –, in modo da poter utilizzare questo mezzo nel migliore dei modi: perché deve rimanere, appunto, un mezzo per stimolare il confronto e l’azione, non un modo fine a se stesso per sfogare la propria rabbia». L’idea, del resto, è estendibile anche ad altri mezzi: «All’interno dell’associazione – riferisce Scialino – è stata avanzata anche la proposta di includere il trasporto su gomma, dato che molti studenti si muovono in corriera. Ma per ora è solo un’idea». Staremo a vedere. Ah, dimenticavo! Nel mentre i dati si sono aggiornati: stamattina eravamo già a 51 giorni, 15 ore e 46 minuti di ritardo.

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