Tremila kilometri in pullman
Per molti giovani è la prima esperienza “mondiale” lontani da casa. Accompagnati dai loro animatori, che spesso hanno raccontato della bellezza della “Chiesa giovane”, si può dire che una nuova generazione, quella post-pandemia, si è lanciata nell’avventura delle Giornate Mondiali della Gioventù. Capitale della Chiesa giovane universale la prossima settimana sarà Lisbona. Il primo raduno insieme a papa Francesco, dopo il travagliato periodo del Coronavirus, fermenta un rinnovato entusiasmo.
Per circa 300 giovani dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto, il viaggio è già iniziato il 25 luglio per raggiungere il Portogallo e vivere la settimana di gemellaggio con la diocesi di Porto. Le giornate in famiglia e in parrocchia rappresentano l’esperienza che rende questi eventi globali umani, pieni di accoglienza e diretto scambio di conoscenze. Rende familiari e fratelli, oltre difficoltà di lingua e tradizione.
Tre pullman sono partiti da Bari con destinazione Vila de Cucujaes, a circa 40 km da Porto. Tragitto dal capoluogo pugliese: 3031 km; tempo di percorrenza previsto: 40 ore. Due sono le notti trascorse in pullman. La pastorale giovanile diocesana ha programmato come tappa intermedia, per “sgranchire le gambe” Barcellona. In Catalogna i giovani hanno visitato e goduto delle bellezze di Gaudí, girando sulle Ramblas o a Barceloneta. Pregustando la vitalità “iberica” i giovani baresi hanno fatto gruppo, hanno creato nuove relazioni: la sosta prolungata all’ombra della Sagrada Familia è terminata in tarda serata per risalire in pullman verso la diocesi lusitana gemellata. La stanchezza per i giri catalani ha dato il colpo di grazia al sonno dei giovani, risvegliati dall’alba della penisola iberica. Intontiti dalla lunga distanza, ma euforici dalle aspettative della Gmg, la fatica viene compensata dall’amicizia, dal supporto reciproco.
Poi, proprio al confine tra Spagna e Portogallo, ecco l’imprevisto: a 300 km circa dalla destinazione, tra la secca meseta spagnola, lo scoppio della ruota di uno dei pullman ostacola il percorso del viaggio scatenando una dose di preoccupazione e malumore. Urgenti e inevitabili arrivano i soccorsi per riparare la ruota e permettere i giusti controlli al mezzo. I ragazzi baresi sono costretti ad allungare il tempo di percorrenza del loro viaggio, che si impenna verso le 60 ore. Aleggia dispiacere soprattutto perché le famiglie e la parrocchia di Cucujaes aspettavano i giovani per cena, pronte ad accogliere con calore e allegria i pellegrini.
La stazione di servizio, isolata nel mezzo della meseta, è stata la casa dei giovani baresi che sono riusciti a non abbattersi improvvisando canti, giochi, continuando a conoscersi costruendo una “Gmg nella gmg”. Nel tardo pomeriggio l’arrivo del pullman è stato acclamato da spontanea e liberatoria gioia, e poco alla volta la terra secca spagnola si è sostituita alle ondulate e rigogliose colline portoghesi.
L’ultimo tratto di viaggio si è rivelato un dialogo tra i vari gruppi nato in modo spontaneo, carico di spunti di riflessione sui temi della sessualità e il valore del corpo. Un dialogo arricchente tra giovani di diverse generazioni, alcuni dei quali con coraggio e semplicità hanno condiviso il loro punto di vista ed esperienze. È emerso forte il desiderio di approfondire alcune tematiche molto comuni tra i giovani, e fin troppo snobbate e spesso fraintese da società e Chiesa. Ancora oggi si demonizza o si arrossisce sulle tematiche “carnali”, eppure conservano scintille di divino mai ben comunicate.
Poi tutta l’emozione si è riversata fuori dal finestrino, mentre un gruppo di parrocchiani, sbandierando il vessillo del Portogallo e dell’Italia, cantavano travolgendo di allegria l’arrivo dei baresi. E così, dopo due giorni in pullman, il 27 luglio si è giunti a Cucujaes. (Continua)