Tre priorità per il pianeta

Si conclude l'incontro dei leader religiosi a Winnipeg. La dichiarazione conclusiva è stata affidata a Stephen Fletcher, ministro canadese per le Riforme.
stephen fletcher

Stephen Fletcher, quadriplegico a causa di un incidente dal quale è sopravvissuto miracolosamente, è attualmente il ministro di Stato per le Riforme democratiche nel governo canadese. Quando è entrato nella Convocation hall della Winnipeg University, si è avvertito un momento di sospensione nei delegati provenienti dall’estero. Nessuno si aspettava un ministro praticamente immobile dal collo in giù, che si muove tuttavia con incredibile autonomia sulla sua sedia disegnata appositamente. Il suo volto è espressivo e la sua voce penetrante.

 

È stato significativo che il comitato organizzatore del Summit, che si è concluso nel pomeriggio del 23 giugno a Winnipeg, abbia deciso di affidare proprio a Fletcher il documento ufficiale maturato nei lavori di questi giorni, con l’impegno di consegnarlo al primo ministro del Paese ospite, che sarà invitato a sottometterlo al Summit dei grandi della Terra questo fine settimana a Toronto.

 

Il documento finale, nato da tre giorni di lavoro e dibattiti intensi, sottolinea ancora una volta l’urgenza di affrontare tre problematiche sempre più prioritarie per il pianeta ed i suoi abitanti: povertà, ambiente e clima, e disarmo per una pace davvero sostenibile. I leader hanno tenuto a sottolineare che, in un mondo sempre più interconnesso a tutti i livelli, è necessario ascoltare la voce di tutti. Se il G8, ora G20, ha un valore senza dubbio significativo, resta tuttavia inconcepibile che 172 altri Paesi restino inascoltati.

 

Un aspetto importante è la presenza dello spirito della “Regola d’oro” che scandisce le proposte presentate come «principio di base comune trasversale a tutte le culture e tradizioni di fede, ed esige un livello collettivo di cura comune e reciproca». Questo aspetto trasversale di interdipendenza non si limita a gruppi e comunità, ma coinvolge anche il rapporto dell’uomo col pianeta. Per questo resta fondamentale, affermano i leaders delle fedi del mondo, «prendere decisioni coraggiose necessarie per avere la necessaria cura del pianeta».

 

Il messaggio non è solo una richiesta o una serie di aspettative presentate ai politici. I protagonisti del Summit hanno voluto sottolineare l’impegno dei presenti come uomini di fede a vivere gli insegnamenti delle religioni che rappresentano, per un processo di riconciliazione necessario a proporre soluzioni sostenibili per la pace e la coesistenza. Il messaggio, come ha proposto Aram I, Catholicos di Cilicia della Chiesa Apostolica di Armenia, porta un linguaggio profetico, ma coniuga ad esso quello dell’impegno in prima persona e l’espressione di desideri che accomunano tutti gli uomini e le donne a prescindere dalla fede che seguono: cancellare la povertà, prendersi cura del pianeta e investire nella pace.

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