Tre grandi mostre inaugurate a ottobre

La Milano di Ugo Mulas, un viaggio intorno al tema dell'acqua a Roma, le videoinstallazioni di Fabrizio Plessi a Como
Ugo Mulas, "Joan Miro", Museo Poldi Pezzoli, Milano, 1963

Ugo Mulas. L’operazione fotografica, Palazzo Reale, Milano, fino al 2 febbraio 2025

Lo stretto rapporto tra Ugo Mulas (1928-1973) e l’ambiente milanese, costituisce il fil rouge della mostra Ugo Mulas. L’operazione fotografica a Palazzo Reale di Milano, aperta il 10 ottobre, un taglio inedito che trova il suo principale nucleo narrativo proprio nel capoluogo lombardo. «Lavorando sul rapporto tra la struttura della città e le cose e le persone ho pensato a un lavoro che ho da tempo in animo di fare: è un lavoro sulla città dove vivo, su Milano […]. La mia idea non è quella di un libro, ma di un archivio, un archivio fotografico della città di Milano». Così scriveva il fotografo. L’esposizione comprende 300 immagini, di cui molte in mostra per la prima volta, preziosi scatti vintage, documenti, libri e filmati che ripercorrono l’intera produzione di Ugo Mulas: dal teatro alla moda, dalla città al nudo, passando per i ritratti di artisti internazionali, protagonisti della Pop art americana, intellettuali, architetti, e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, quali Dino Buzzati, Giorgio De Chirico, Marcel Duchamp, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Arthur Miller, Eugenio Montale, Louise Nevelson, Gio Ponti, Salvatore Quasimodo, Giorgio Strehler e Andy Warhol. I 14 capitoli tematici della rassegna lasciano emerge la versatilità di un fotografo che nel corso della sua breve e intensa esperienza ha saputo dedicarsi ai soggetti più disparati.

Emilija Skarnulyte, cortometraggio “Città sommerse”, 2021

Il canto delle sirene. L’acqua raccontata dagli artisti, Roma, Accademia di Francia, Villa Medici, fino al 23 gennaio 2025

Per la sua mostra autunnale, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici propone un viaggio intorno al tema dell’acqua attraverso le opere di circa 30 artisti contemporanei di livello internazionale, e ben 10 di queste creazioni sono concepite espressamente per l’esposizione. L’acqua è in crisi, ci ricordano gli artisti che navigano dalle acque inquinate delle città fino agli stretti degli spazi naturali, decretandone la morte, tacitamente o meno, per l’uso sconsiderato che ne facciamo e impegnandosi in una conversazione critica sulla nostra responsabilità collettiva di preservarla. Recuperare terreno, scorrere e riscoprire le proprietà magiche dell’acqua per ripensare il nostro mondo, questo è il filo che Il canto delle sirene. L’acqua raccontata dagli artisti ci invita a seguire. Sulla terra e nell’atmosfera, al tempo stesso elemento e risorsa, l’acqua ci costituisce e travalica il mondo. Con le sue infinite forme – pioggia, mare, goccia, rugiada, ruscello, nuvola, nebbia e lacrime –, è la sorgente essenziale di ogni vita. Deviata, sfruttata e inquinata, l’acqua è ormai divenuta elemento fondamentale dell’attuale crisi ecologica. La mostra invita a esplorare i diversi stati dell’acqua visti attraverso lo sguardo degli artisti, dalla sua rappresentazione alle sue implicazioni politiche, da bene trasformato in risorsa a ricerca metaforica della sua sorgente. L’immersione in questo mondo liquido apre un universo di contraddizioni in un’epoca in cui i racconti delle origini dell’acqua si mescolano a quelli che paventano scenari futuri, dove l’acqua rappresenta una minaccia per le sue inondazioni o per la sua totale scarsità, e il livello dei mari si innalza mentre i fiumi si prosciugano.

TUTTOPLESSI, Como, Palazzo del Broletto, fino al 17 novembre 2024

Un omaggio ai 60 anni di carriera di Fabrizio Plessi, visionario pioniere della videoarte e delle videoinstallazioni in Italia. Un progetto espositivo che racconta una preziosa sintesi della rivoluzione tecnologica di Fabrizio Plessi, sviluppata negli anni ’70 del Novecento, ma che continua a regalare stimoli e suggestioni anche agli inizi del terzo decennio del nuovo millennio. Lo spettacolare allestimento, appositamente pensato per la sala della sede medievale del governo cittadino comasco, propone 6 enormi portali tecnologici, ciascuno dei quali contiene un complesso sistema video da cui scaturiscono delle immagini che sono amplificate da una vasca, posta ai piedi di ciascun portale, in un rispecchiamento dinamico delle immagini in movimento. Ognuna di queste installazioni esplicita visualmente i temi più caratteristici della sua ricerca, legata a elementi naturali come l’acqua, il fulmine, il fuoco, la lava, l’oro, il fumo. “Le grandi strutture progettate per il Broletto di Como – dichiara Paolo Bolpagni, curatore della mostra – sono, al di là del medium e del linguaggio impiegati, come le pitture rupestri di Lascaux: racconti, narrazioni di verità mitiche, di archetipi, e al contempo strumenti gnoseologici, che ci parlano di noi e della natura, e di noi in quanto natura”. I monumentali archi pensati per Como generano un flusso d’immagini e suoni che raccontano accadimenti spazio-temporali, come l’acqua che scroscia e scorre, il fulmine che lacera il cielo nero e scoppia, il fuoco che crepita e sale, la lava che si scalda ed esplode, l’oro che cola e si fonde nel nero della Vanitas, il fumo che si dirada e mostra uno scorcio tratto dalle Carceri di Giovanni Battista Piranesi.

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