Tre donne per la pace

Il Movimento Nonviolento porta in Italia tre attiviste da Ucraina, Russia e Bielorussia, per testimoniare l'impegno di una parte della società a risolvere il conflitto senza le armi. Il loro tour inizia lunedì 20 febbraio a Fiumicino. Intervista a Daniele Taurino
donne per la pace

Kateryna, Darya, Olga. Vengono da Ucraina, Russia e Bielorussia, su invito del Movimento Nonviolento. Sono tre donne per la pace, attiviste della campagna di “Obiezione alla guerra” a sostegno dei pacifisti, obiettori e disertori dei loro Paesi. Si incontrano per la prima volta in Italia per un progetto comune nell’ambito della mobilitazione “Europe for Peace”: un tour che, dal 20 al 26 febbraio, le porterà in tutta Italia per far conoscere l’impegno per una risoluzione non violenta del conflitto russo-ucraino portato avanti nei rispettivi Paesi. Si inizia lunedì 20 da Fiumicino; seguiranno Roma (il 21 e 22), Modena e Ferrara (il 23), Verona (il 24), Milano (il 25) e Brescia (il 26). Ci presenta il progetto Daniele Taurino, del Movimento Nonviolento.

donne per la pace

Daniele, chi sono queste donne?

Kateryna Lanko fa parte del Movimento pacifista ucraino, sostanzialmente un omologo del nostro Movimento Nonviolento. Darya Berg è attivista di Go by the forest, un movimento russo che sin dall’inizio si è mobilitato per sostenere obiettori e disertori, e attualmente vive in esilio; molti esiliati sono costretti a rimanere nell’ombra per il rischio di ritorsioni contro la famiglia, lei invece ha coraggiosamente scelto di metterci la faccia. Olga Karach è una giornalista bielorussa, anche lei in esilio in Lituania; il nome del suo giornale, Our House, è ora diventato quello del centro per le iniziative civili da lei fondato, e che lavora in collaborazione con altre organizzazioni russe, ucraine e del resto d’Europa.

Ci si potrebbe chiedere perché una bielorussa, dato che Minsk non è ufficialmente parte del conflitto…

Certo se ne parla meno, ma fin dagli inizi Lukashenko è stato la spalla di Putin in questa guerra: come si ricorderà, diversi dei soldati che hanno invaso sono arrivati da lì. E tuttora in Bielorussia esistono veri e propri centri di reclutamento per combattere in Ucraina al fianco dei russi anche per minori, cosa contraria ai diritti umani.

Perché portare le loro voci qui in Italia?

Per diverse ragioni. Innanzitutto rendersi conto che anche le decisioni prese qui hanno la loro influenza sul conflitto: su tutte la scelta, prettamente politica, di inviare armi. Basti pensare che solo nei primi tre mesi dall’invasione russa si sono registrati 235 episodi di resistenza non armata, ma poi lo spazio per chi vuole agire così si è notevolmente ristretto. E la seconda ragione è appunto quella di dimostrare che c’è ancora chi ogni giorno fa la scelta della pace, della non violenza, del cercare soluzioni alternative alle armi: non sono persone che non amano la propria patria, molti sono rimasti in Ucraina sotto le bombe per difenderla a questo modo. Dobbiamo quindi sostenere chi prepara la pace: che si costruisce dentro il conflitto, non dopo, e la testimonianza di queste donne è la base per il domani. L’idea di questo tour è infatti nata come prosecuzione della campagna di obiezione alla guerra lanciata un anno fa dal Movimento Nonviolento e da tutta una rete internazionale, con la richiesta di garantire la tutela a obiettori e disertori.

Balza all’occhio anche il fatto che si tratti di tre donne: certo influisce il fatto che in guerra per gli uomini, a meno che già non si trovino fuori dai propri Paesi, è impossibile muoversi, però si può dire che ci sia uno “specifico femminile” in questa testimonianza di pace?

Sicuramente c’è un tema di protagonismo delle donne, soprattutto là dove i regimi autoritari tendono a marginalizzarle; un discorso che potrebbe essere fatto, più in generale, per tutte quelle parti della popolazione che faticano a mettersi in luce. E questa è la dimostrazione che le intuizioni di pace arrivano là dove i regimi non guardano.

Per i dettagli delle singole tappe del tour, consultare il sito azionenonviolenta.it, scrivere a obiezioneallaguerra@nonviolenti.org o telefonare allo 045 8009803

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