Tre direttori al Conservatorio

Giovani promesse della direzione d’orchestra esordiscono a Santa Cecilia. Applausi al maestro Dario Lucantoni
S. Cecilia

Ogni tanto si tira un respiro di sollievo nel campo della classica. Così domenica 22 al Conservatorio romano di Santa Cecilia ho assistito all’esordio di tre giovani promesse della direzione d’orchestra: Pawel Gorajski, Daniel Montes e Daniele Moroni.

Il primo, nativo polacco ma cresciuto a Roma, è un giovane filiforme, elegante e molto, molto preciso con un bel gesto “in levare” che ricorda tanto Claudio Abbado. L’Orchestra del Conservatorio – che recupera diversi componenti della disciolta Orchestra Regionale del Lazio, fra cui i bravissimi primo violino Stefano Minore, e primo violoncello Marco Simonacci – esegue così la Sinfonia “Italiana“ di Mendelsshon: nonostante qualche difficoltà nella fila dei violini primi, all’inizio, poi si scioglie e regala una interpretazione equilibrata e piacevole.

Daniel Montes è un robusto sudamericano che aggredisce le Danze popolari rumene di Bartòk con impeto e l’orchestra lo segue decisamente nei sussulti tzigani e nei ritmi folcloristici: gesto sicuro, eloquente, rapido. Frenetico è l’approccio di Daniele Moroni alle Danze di Galanta di Kodàly. Un gesto scatenato ma preciso, una energia che infuoca l’orchestra, bella in ogni sezione. Applauditissimo, ovviamente.

Ma da festeggiare sono tutti e tre i giovani, perché ciascuno, con la sua tipica personalità, ha offerto un saggio della nuova schiera di leve direttoriali preparate, attente e con un (minimo) senso divistico che, se controllato, non guasta. Applausi riconoscenti dei tre direttori al loro maestro Dario Lucantoni che li ha seguiti con attento amore, come s’é visto dai risultati.

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