Trasformers e la guerra delle macchine

Nelle sale il megakolossal in 3d con citazioni di Excalibur e Guerre Stellari, quarto capitolo della saga. Da vedere la brillante commedia con Michael Douglas e Diane Keaton, “Mai così vicini”, come pure “La madre”, dall’omonimo romanzo di Grazia Deledda. Per gli amanti del genere, “Paranormal stories”
La presentazione del film a Hong Kong

Transformers 4. L’era dell’estinzione

Megakolossal in 3d, dagli straordinari effetti speciali e dalla inusuale lunghezza – quasi tre ore – è il quarto e forse non ultimo capitolo della saga robotica che sferraglia per monti e strade di Chicago in una guerra fra creature meccaniche che in fondo è la guerra tra il bene e il male, solita vecchia storia americana. Qui c’è il perfidissimo robot che combatte contro Optimus Prime, amico a sue spese degli umani, quelli cattivi, quelli semibuoni – un grande Stanley Tucci – e quelli sognatori, come l’inventore texano Mark Wahlberg con tanto di figlia orfana e segretamente fidanzata con un bellimbusto ventenne. Guerra di eroi umani e quasi-sovrumani dove si mescolano Excalibur, Guerre stellari, dramma familiare, dialoghi che vorrebbero esser spiritosi o sentenziosi e tanta tanta avventura. Divertimento assicurato e fragoroso, tra Usa e Cina ormai concorrenti-alleati in economia, i soliti generali incoscienti, e successo all’estero e in patria.

 

Mai così vicini

Una coppia che sta invecchiando bene – Michael Douglas e Diane Keaton – in una brillante commedia, davvero piacevole. Lui è scorbutico, tirchio, egocentrico, lei insicura e artista. Vivono accanto e non si piacciono. Lui ha un figlio ex drogato che deve andare in carcere e gli affida la bambina avuta da una tossica: Michael è costretto a fare il nonno. La rifila a Diane, cantante nei pub assai timida e lei le si affeziona. Le battute fra i due sono all’acido solforico, si beccano in continuazione ma la ragazzina in fondo attira i due verso di lei e fra loro.

Dialoghi scoppiettanti, attori in stato di grazia, regia disinvolta. Un prodotto godibilissimo.

 

La madre

L’opera prima di Angelo Maresca rivisita a suo modo il testo di Grazia Deledda, imperniato su un giovane prete vittima di due donne: la madre ossessiva e una donna sensuale che lo attira. Quindi fede, tentazione, liberazione. Ambientato fra le architetture metafisiche dell’Eur e in una chiesa-non chiesa, il film è tirato a lucido fino a parere glaciale, così come l’interpretazione di Stefano Dionisi e della grande Carmen Maura. La passione è stringente ma algida, i silenzi moltiplicati – il che non è male –, i dialoghi scarni e talora sfiorano la retorica. Il film è certo sincero nelle intenzioni dell’autore ma pecca, purtroppo, di un pathos “mentale” così costruito da non scuotere più di tanto, nonostante l’erotismo esplicito che non lo rende certo un film per ragazzi.

 

Paranormal stories

Il paranormale è una moda da lungo tempo e piace del resto a parecchia gente. Così sei giovani registi si sono cimentati in cinque storie di fantasmi con giovani attori, come Daniele De Angelis, che hanno il pregio della scioltezza narrativa, delle atmosfere spettrali tipiche del genere e non spaventano più di tanto, anche perché gli episodi riportano situazioni non del tutto originali. Interessante, fra le altre, la storia dell’amico visitato dallo spettro del compagno suicida. Piacerà agli amanti del genere, specie i ragazzi.

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