Trasformare la marginalità in tipicità
Il ritorno nella Locride di mons. Bregantini. Uno sguardo oltre la solidarietà, per la reciprocità. La presentazione del libro intervista edito da Città Nuova
La questione meridionale deve diventare questione nazionale, solo così si potranno affrontare i problemi del Nord e del Sud; i problemi dell’intero Paese. Dietro questa intuizione sturziana si può condensare il senso del confronto che si è sviluppato durante la presentazione a Gerace del libro Il nostro Sud in un Paese (reciprocamente) solidale (Città Nuova), con la partecipazione di monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano.
Il ritorno nella Locride del vescovo trentino, coinciso con il trigesimo della sua mamma, la signora Albina Odorizzi Bregantini, ha richiamato nella maestosa cattedrale di Gerace tantissima gente arrivata da ogni angolo della diocesi. E tanti, davvero, sono stati quelli rimasti per la presentazione del libro, nonostante l’ora tarda, anche dopo la celebrazione della messa in suffragio di mamma Albina, concelebrata dal vescovo di Locri-Gerace, Giuseppe Fiorini Morosini, e da una folta rappresentanza del clero diocesano.
La tavola rotonda è stata introdotta e coordinata da Carmela Zavettieri, direttrice della Caritas di Locri-Gerace, ed ha registrato gli interventi del vicario generale diocesano, monsignor Cornelio Femia, del sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli, del presidente del consiglio comunale di Locri, Antonio Cavo, e della coordinatrice della Commissione diocesana "Giustizia e Pace", Silvana Pollichieni.
Il dibattito ha messo in rilievo un tema che ha contrassegnato decisamente i 14 anni di episcopato nella Locride di monsignor Bregantini, ossia trasformare la marginalità in tipicità, in un rapporto di reciprocità. Su questa sorta di triangolo il presule aveva scommesso, senza fermarsi alle semplici enunciazioni.
Sono diventati emblematici i "lamponi a Natale", prodotti nelle serre di Platì, in Aspromonte, nel mese di dicembre, quando è impossibile possa avvenire nei terreni gelati del Trentino. Ma quel frutto, fatto arrivare fresco a Natale nelle tavole degli italiani, era il prodotto di un incontro tra gli esperti trentini che erano scesi in Calabria per insegnare la coltivazione di una pianta sconosciuta ad alcuni giovani calabresi, che hanno fatto tesoro di quegli insegnamenti diventando anch’essi produttori di lamponi.
In quel modo, si è andati oltre il concetto di solidarietà, non uno che dà ed uno che riceve, ma due soggetti che reciprocamente cooperano. Un esempio piccolo, questo, che fornisce una chiave di lettura della riflessione di monsignor Bregantini, il quale davanti ad un pubblico attento si è inoltrato nei problemi legati alla crisi che sta preoccupando i mercati mondiali, dentro altri aspetti che riguardano più espressamente l’Italia (come il federalismo o il fenomeno leghista).
Dal canto suo, Paolo Loriga ha ripercorso la genesi del libro, dall’idea agli incontri con monsignor Bregantini a Campobasso. Le sue domande, si potrebbe dire, sono state come un invito a nozze per l’arcivescovo, che ha potuto così spaziare in un campo a lui congeniale – ricordiamo che per il secondo mandato, monsignor Bregantini è presidente della Commissione Cei per il problemi sociali e lavoro, giustizia e pace, salvaguardia del creato – ed il suo sguardo ai temi trattati è sempre stato accompagnato dalla luce del Vangelo.
"C’è più gioia nel dare che nel ricevere" ha ricordato monsignor Bregantini richiamando gli Atti degli Apostoli e dietro questa verità si può raccogliere il senso della reciprocità che sa andare anche oltre, per giungere alla piena gratuità.