Tra verità e fantasia (voluta)

Servono spettatori intelligenti e attenti per  valutare film come "La Papessa".
La Papessa

Il film La Papessa, uscito recentemente, risuscita la figura di un personaggio leggendario: una donna che, fintasi uomo, sarebbe stata acclamata al soglio pontificio dopo la morte di Leone IV nel luglio 855 e l’avrebbe mantenuto per due anni fino a che, sorpresa dalle doglie del parto durante una processione al Laterano, sarebbe stata scoperta.

 

Storia singolare, ritenuta dalla critica storica priva di qualsiasi fondamento, che cominciò ad essere diffusa in Cronache della seconda metà del XIII secolo, dunque parecchio tempo dopo. La storia, ritenuta veritiera da alcuni dotti e da altri non creduta già nel XV secolo, fu poi ripresa da pubblicisti protestanti fino a che proprio uno studioso protestante, David Blondel, morto nel 1655, ne dimostrò la falsità. Molte, piuttosto, sono state le ipotesi architettate per spiegare come abbia potuto avere origine una tale leggenda.

 

Ritornando al cinema, quanto più bravi sono lo sceneggiatore e il regista di un film, tanto più lo spettatore rimane affascinato da ciò che vede e ne trae un’impressione forte sia per il suo animo che per la sua mente. Non si chiede se ciò che ha visto sia una pagina vera di storia o il frutto della fantasia di chi quel prodotto ha confezionato, tanto più quando si tratti di un personaggio storico o sedicente tale.

 

D’altronde lo sceneggiatore o il regista non devono rispondere a criteri di verità (questa è la funzione dello storico), bensì a canoni estetici, se la pellicola sia cioè bene o meno bene confezionata, recitata, fotografata eccetera. Non sempre quindi il film aiuta a distinguere i due piani dell’immaginazione e della realtà, anzi spesso intenzionalmente si presenta come una ricostruzione attendibile dei fatti.

 

Meglio avere sempre spirito critico e occhio attento, essere insomma – davanti a film, giornali, libri, spettacoli televisivi –, spettatori vigili, svegli, intelligenti, per valutare il messaggio proposto, che spesso segue i canoni di mode intellettuali o di chiare ideologie (non di rado antireligiose e, in specie, anticristiane) e, prima ancora, per discernere il fondamento di verità o la misura di fantasia o di falsità che può essere propinata.

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