Tra lavoro e festa
Hanno colpito non poco l’opinione pubblica il dramma ravvicinato di Jacopo e di Elena, i due bambini “dimenticati” sul sedile dell’auto da papà stressati dal lavoro.
Hanno colpito non poco l’opinione pubblica, ma ancor più i nostri singoli cuori, il dramma ravvicinato di Jacopo, a Perugia, e di Elena, ad Ancona, i due bambini “dimenticati” sul sedile dell’auto da papà stressati dal lavoro. Pensiamo a loro due e alle loro famiglie scoprendo il tema del VII Incontro mondiale delle famiglie, che avrà luogo a Milano tra maggio e giugno 2012. Esso guarderà da vicino lo stile di vita familiare, in particolare l’armonizzazione del lavoro con la festa.
Lungi da essere una trovata pubblicitaria, questo tema è frutto di una profonda intuizione di chi di famiglia se ne intende. Il lavoro, visto non solo come diritto per il sostentamento della famiglia ma anche nella sua importanza per l’identità personale dell’uomo e della donna e per le loro relazioni sociali, non deve però prevalere sui tempi della famiglia, luogo privilegiato del dialogo tra le generazioni. La famiglia è una preziosa e delicata trama di rapporti che richiede uno sfondo, cioè la relazione con l’Assoluto, e che sfocia in una vita di comunità. E allora Jacopo ed Elena paiono i simboli, le vittime di questo equilibrio tra lavoro e vita familiare che si rompe.
All’happening mondiale a Milano, la famiglia porterà le sue istanze e le aspettative di un avanzamento collettivo: istituzioni, aziende e le stesse famiglie non possono più ignorare l’impellente necessità di conciliare il tempo del lavoro e quello della famiglia. Ne va del futuro della singola famiglia, ma anche dell’intera famiglia umana.
Karol Wojtyla, che fin dalla prima infanzia, orfano di mamma a nove anni, aveva sperimentato il valore della famiglia, si era chiesto: «Perché non celebrarlo anche come Chiesa?» E così, nell’ottobre ’94 in Piazza San Pietro, migliaia di famiglie hanno dato vita al primo Incontro mondiale delle famiglie che a cadenza di tre anni sono poi diventati tradizione. La famiglia non è vista più come una realtà chiusa che riguarda il privato, ma un fatto di rilievo pubblico, un nuovo soggetto sociale.