Tra dolore, rispetto e fede

Una sofferenza umanamente assurda. Il dubbio su come aiutare. Una nonna portatrice di speranza.
Nonna con nipotino

«Vi chiedo un suggerimento per mia nipote che ha una bambina di sei mesi nata con la sindrome di West. Sta seguendo la terapia consigliata dall’ospedale. Premesso che né il marito né mia nipote credono, se non riescono a commuoversi di fronte al meraviglioso creato in cui sono immersi, come posso io aiutarli a vivere questa parentesi dolorosa? “Io non posso credere se non me lo dice la scienza”, mi risponde mia nipote. Ma come se la spiega la sofferenza della bambina con la scienza? Chi gliel’ha data la vita? Soffre come mamma che non può intervenire per aiutare la sua bimba. Soffre moltissimo anche se cerca di farsi forza. Vorrei trovare le parole per dirle che Gesù la ama anche se lei lo insulta tutti i giorni, perché non lo conosce. Come posso aiutarli? Datemi un consiglio»

Rosalba

 

Cara Rosalba,

mi chiedi un consiglio per aiutare tua nipote schiacciata da una sofferenza umanamente assurda. Il fatto che non abbia la fede aumenta la tua preoccupazione e ti tiene in angustia. Per aiutarla non puoi aggrapparti a nessun ragionamento umano, a nessuna spiegazione razionale; anche la scienza, infatti, può solo aiutare ad alleviare il dolore fisico o curare le malattie, ma non può certo portare a scoprire il senso e il valore del dolore nella maturazione di una persona. 

Il primo suggerimento che sento di darti è continuare a fare quanto già fai, cioè condividere il dolore di tua nipote, perché un peso condiviso diventa più sopportabile. E dato che hai la fede, tu puoi trovare in Gesù crocifisso la forza per andare oltre la disperazione.

 

Nel rinnovare, poi, la tua fede nell’amore che è più forte della sofferenza, circondando tua nipote, il marito e la piccola di tutte le attenzioni che la tua sensibilità di mamma ti suggerisce, avrai anche il coraggio, al momento opportuno e con semplicità, di offrire (senza imporre!) la tua esperienza di come hai vissuto alcune tappe dolorose della tua vita. Offrile come dono gratuito e senza pretesa di risposta. Questo può aprire nel cuore di tua nipote una piccola fessura attraverso la quale passa un raggio di luce. Può aprire gli occhi del suo cuore su un modo diverso di guardare alla situazione della figlia. Anche perché nel cuore di una mamma c’è sempre la speranza che il dolore sia un momento di passaggio che finirà, perché l’amore è più forte.

 

E magari prima o poi, in qualche momento di confidenza, sarà possibile aiutare tua nipote a scoprire che in lei c’è la capacità di amare la figlia oltre la malattia e che questo suo amore di mamma è più efficace di ogni medicina per sostenere la figlia nelle cure che pure sono necessarie. Non tarderà a venire il momento in cui potrai dire a tua nipote che in lei non c’è solo la capacità di amare, ma anche la sorgente dell’Amore a cui attingere per avere la forza di continuare a sperare, crescendo la sua bambina fino alla realizzazione del disegno che Dio ha su di lei, qualunque sia.

 

Senza pretendere nulla da lei, e sempre rispettandola nelle sue convinzioni, potresti dirle: «Lo so, tu non credi, ma ti garantisco che non sei sola, che Qualcuno, sempre accanto a te, ti aiuta e ti sostiene nel tuo amore di mamma, in ogni momento. C’è un senso nel dramma che vivi con tua figlia, anche se ora non lo vedi e tutto ti sembra assurdo. Nulla è invano. E ricordati che puoi sempre contare sul mio amore e sulla mia preghiera».

 

Nessuno, infatti, ti può impedire, coinvolgendo anche parenti e amici, di chiedere la grazia della guarigione. Ti sono vicino

p. Amedeo

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