Tra crisi e attesa del futuro
Gli artisti non possono estraniarsi dall’umanità d’oggi con tutte le sue caratteristiche, con i nuovi tipi di rapporto che vanno nascendo. E non devono estraniarsi, poiché se non hanno tutto dentro, in un certo senso, non sono artisti, in quanto non riescono a esprimere l’umanità nella quale vivono. Qualcuno riesce ancora a tenersi ai margini del travaglio della società attuale, però sono delle eccezioni che non riescono a incidere profondamente, e anche se esprimono delle cose belle e positive la gente le sente sempre meno come proprie, perché non esprimono più il mondo in cui viviamo. E questo mondo nel quale ognuno di noi vive viene espresso molte volte da queste, più che composizioni, decomposizioni che troviamo in certe espressioni artistiche. Da una parte verrebbe da pensare che si stia impazzendo, o che ci si trovi davanti ad accorte trovate pubblicitarie e commerciali per acquistare fama e denaro. Però se guardiamo più in profondità dobbiamo riconoscere che noi siamo proprio così. L’arte d’oggi esprime esattamente lo stato d’animo che proviamo noi nel vivere in mezzo a tutti gli altri: cioè noi vorremmo essere un po’ di questo e un po’ di quest’altro, avere tutto in noi ed essere un po’ tutto. L’arte attuale riesce ad esprimere in qualche maniera quello che siamo noi, uomini d’oggi. In maniera ancora disarmonica, è vero, ma proprio perché è l’uomo stesso che è disarmonico dentro di sé e nei suoi rapporti. L’artista d’oggi è immerso in un’umanità che ha fatto esperienze così ricche e profonde, da sentire che le forme precedenti dell’arte non gli bastano più per esprimere quell’uomo che è. Allora entra in crisi. Crisi dell’arte, dunque, ma tanto in quanto esprime la crisi di transizione dell’uomo che sta avanzando verso una nuova sintesi. È entrato in crisi uno schema, una serie di valori, alcuni dei quali dopo verranno ripresi, perché quello che è valido l’uomo lo ritrova sempre. Verrebbe da domandarsi: ma allora dove andremo a finire? Penso che l’umanità stia andando verso un nuovo equilibrio sociale dato da un nuovo senso di unità e di distinzione. Bisogna che l’uomo scopra che è più sociale di una volta, anche se rimane completamente sè stesso. Ed è più solo, in un certo senso, pur essendo più pienamente inserito negli altri. Si sta andando verso nuovi punti di contatto, di dialogo, di coesistenza, di rapporti, sia fra le persone che fra i gruppi sociali ed i popoli. Si sta aprendo il passo una nuova vita, una nuova visione della vita. L’umanità sta cercando una realtà nuova, una fratellanza, una sintesi nuova che è divina e umana. E anche l’arte, che oggi si trova a cavallo fra due mondi, riuscirà ad esprimersi in una forma nuova. Ogni stagione ha i suoi fiori, quindi l’arte non può esprimersi oggi con le formule del secolo XIV o di un secolo fa, pur essendo meravigliose. È per questo che quando degli artisti si trovano oggi per cercare una nuova unità spirituale tra loro – non spirituale in senso devozionale, ma nel senso più personale e profondo che si possa pensare – stanno mettendo le basi più solide per risolvere il problema dell’arte, per trovare nuove espressioni artistiche che esprimano e sazino la conoscenza e la vita dell’umanità che sta nascendo. Ci vorranno degli artisti che possiedano un nuovo tipo di arte e di conoscenza, che non è solo quella individuale, ma che permetta loro, restando e scoprendo sempre più pienamente sé stessi, di esprimere anche un po’ della conoscenza dell’altro. Si dice che l’amore è unitivo, e per questo è fondamentale per la conoscenza. Un gruppo dove ci sia un vero rapporto di amore, di unità, riesce più facilmente a trasfondere reciprocamente fra i membri i diversi modi di vedere le cose. Ognuno, così, è capace di vedere dal proprio punto di vista, ma anche con l’occhio dell’altro. Anche quando non siamo uniti nell’amore, in un certo senso ci influenziamo: se non altro come reazione, gli altri ci comunicano sempre qualche cosa. Ma se ci inseriamo nell’essere dell’uomo e nell’essere metafisico che tende all’unità, noi facilitiamo enormemente questo nostro modo di conoscere e assimiliamo quegli elementi che poi sapremo esprimere in forme tali che gli altri capiranno, perché sono proprio le forme che tutti inconsciamente sentono e vivono. Le espressioni attuali dell’arte che ci sembrano così strane, sono in realtà espressione di quello che è l’umanità costretta a vivere unita essendo ancora disunita. Esprimono mille cose non ancora armonizzate. Se noi riuscissimo ad armonizzarci tra noi come persone, allora ci armonizzeremmo anche nell’arte e nelle sue espressioni, perché l’arte è l’espressione dell’essere, ed i veri artisti sono quelli che riescono a dar forma, al di là delle tecniche che hanno imparato, alla realtà che possiedono dentro. Se non riusciamo ad armonizzarci non riusciremo mai a creare un’arte nuova che soddisfi tutti. Quindi da una parte è bene che emergano le attuali espressioni artistiche, perché ci fanno vedere la crisi delle forme del passato e ci fanno meglio capire come siamo adesso. Però sono anche un sintomo dell’urgenza che abbiamo di andare avanti, sono un segno che l’essere è già al di là della forma artistica attuale. Se l’arte si esprime in forme decomposte vuol dire che siamo già in un essere che è al di là e che non ha trovato ancora una sua perfezione formale. L’arte attuale è la distruzione del vecchio tipo, ma non è ancora il nuovo tipo. Questo riusciranno a crearlo solo delle persone in sintonia con il grado di sviluppo attuale dell’essere e dell’umanità. Delle persone che siano in tale comunione fra loro da poter esprimere allo stesso tempo quello che loro personalmente sentono e quello che sente il corpo sociale in cui sono inserite. Che sappiano ascoltarsi tra di loro, e non solo attraverso le parole, perché alle volte basta ascoltare gli altri prima ancora che dicano una parola, basta ascoltarli nell’essere che ci danno, nell’essere che sono. Penso che sarà da persone di questo tipo che nascerà qualcosa di nuovo, che non distruggerà il vecchio ma lo conterrà – perché tutte le grandi epoche artistiche contengono in sé i semi di ogni altra epoca -, esprimendosi però da un altro punto di vista, da un altro aspetto. Queste forme nuove non si può stare ad attendere che nascano. Nasceranno da persone che abbiano scoperto nel senso più profondo la socialità, la comunione.