Tra Cielo e Terra

Articolo

Nell’odierno contesto culturale quasi totalmente occupato a riflettere sulla persona umana, sulla sua condizione esistenziale e sui suoi problemi, assistiamo a una dimenticanza del cosmo. Il discorso sull’universo, con tutto ciò che esso significa per la nostra vita, è lasciato ormai quasi totalmente alle scienze della natura. Personalmente, avendo una formazione scientifica, tutto ciò non mi ha dato grandi problemi, anzi mi ha procurato soddisfazione ed orgoglio, fino a quando l’incontro con Chiara, con il suo annuncio evangelico che Dio è amore , mi ha aperto la mente ad una lettura sapienziale del mondo naturale che contenesse in sé le conoscenze scientifiche. Chiara mi ha condotto per mano non solo a credere all’amore personale di Dio per me e per ogni persona, ma di riflesso anche a contemplare i fenomeni naturali conosciuti scientificamente alla luce di questo stesso amore, e a dar loro un significato che va oltre il puro calcolo scientifico. Mi ha condotto a percepire intellettualmente l’amore quale realtà che sta sotto la natura, che la anima, le dà movimento, vita e sviluppo. Da lei ho imparato a percepire l’amore come un fattore qualitativo che regola le relazioni tra gli elementi naturali, relazioni che sono alla base della complessificazione della struttura della materia e di tutta l’evoluzione cosmica. Nei numerosi colloqui personali, sul rapporto tra Dio e il suo mondo, Chiara mi ha sempre mostrato Cielo e Terra uniti in una dinamica di mutua immanenza, mi ha prima sospinto e poi accompagnato a contemplare il creato in Dio e Dio nel creato. Nella sua sintesi sapienziale mi ha sempre presentato la relazionalità nella natura vista da Dio, in Dio, relazionalità che riflette ed esprime l’Essere stesso del Creatore: Amore. Ancora oggi, stupito dinanzi alle meraviglie della natura, molte volte ho l’impressione di trovarmi come dinanzi a uno specchio, mi sembra di scorgere riflesso nella natura lo stesso amore di Dio che abita in me, o che dimora nella comunione fraterna. Mi sembra di percepire tra le pieghe della materia una presenza nascosta di Dio- Amore, presenza che fa esistere il mondo, che lo mantiene nell’esistenza e lo accompagna amorevolmente verso la sua meta finale. E ancora, dinanzi a quei fenomeni naturali (soprattutto nel mondo animale) in cui non si riesce a scoprire questa relazione d’amore a motivo dell’evidente sofferenza, Chiara mi ha insegnato a cogliere come questo non amore ancora presente nel mondo trova il suo significato pieno se, lasciando il nostro modo di scrutare il mondo, ci poniamo nella prospettiva del Padre-Amore, e guardiamo alla creazione attraverso il suo sguardo sul mondo: Gesù crocefisso e abbandonato, la pupilla di Dio, il foro attraverso il quale Dio vede il mondo e il mondo entra in Dio. In lui e per mezzo di lui tutto il negativo presente nella creazione è stato e viene recuperato, salvato e divinizzato. In lui ogni disunità è fatta amore, in lui tutto il negativo del creato – come il positivo – è amore perché ri-creato, creazione nuova. Ed anche alla mia grossolana sensibilità ambientale questa sintesi ha dato molto. La natura che ci circonda mi appare, e la comprendo ora, come un dono nel quale Dio stesso si manifesta e si dà. Un dono affidatomi, di cui debbo prendermi cura, avere attenzione, cercando di nutrire gli stessi sentimenti che Dio Amore ha per me.

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