Tra Amleto e Modugno, Berardi vola

L'attore non vedente in scena a Roma in uno spettacolo che raccontra tra delusioni, inganni e sforzi la sua realtà e il coraggio vigoroso nell'affrontarla
Gianfranco Berardi
«Vedere o non vedere, questo è il problema, guardare dritto in faccia la realtà che mi circonda e mi spaventa e affrontarla con coraggio per cercare di cambiare o tenere tutto quanto dietro un velo che mi copre gli occhi ed il cuore e m’impedisce di soffrire?». È un Amleto che pone altri dilemmi quello interpretato da Gianfranco Berardi, l’attore e autore non vedente vincitore di numerosi riconoscimenti, anche internazionali, che ha fatto dello sguardo il punto di forza della sua poetica attoriale. 

 

In scena con due musicisti, l’attore pugliese ci regala uno spettacolo bellissimo: Io provo a volare! Omaggio a Domenico Modugno, il cantante simbolo del cinema, del teatro e della musica popolare italiana e della capacità di chiedersi: «chi sono ,dove sono, e dove sono diretto?». Mescolando suono, movimento e parole, con una varietà di mezzi espressivi straordinari che ricordano Petrolini, Totò, Karl Valentin, e quel grande attore e regista che è Leo de Berardinis,  Berardi racconta di sé stesso, della sua lotta per diventare quello che oggi è nella realtà.

 

Ed è proprio attraverso la descrizione delle aspettative, delle delusioni, degli sforzi e degli inganni subiti da truffaldini incontri che si articola il viaggio fra comici episodi della realtà provinciale e alienanti esperienze metropolitane a caccia di situazioni favorevoli. Berardi entra dal buio con una candela e una scopa in mano. E inizia il suo vigoroso, struggente, comico racconto. E’ il custode di un teatrino di provincia (o il suo spirito?) che ostacola, non visto, le prove dei due giovani musicisti nel teatro in cui lui vive e ha mosso i primi passi nel tentativo di diventare un attore.

 

Rivive episodi della sua vita di incompreso talento, dalla fuga dal paese all’approdo fallimentare in città e ritorno alla propria terra. Di straripante energia, Berardi diventa marionetta, ballerino, affabulatore e poeta di struggente comicità, che ci trasporta nel comune sogno di libertà, ad occhi chiusi e braccia spalancate, provando in un attimo a poter volare.

Compagnia Berardi-Casolari, di e con Gianfranco Berardi e con Davide Berardi voce solista e chitarra e Giancarlo Pagliara  fisarmonica. Roma teatro Ambra Garbatella, fino al 22.
 
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