È tornato Spider-Man
Per la sesta volta l’Uomo ragno si fa vivo. Ma ora non è un tipo come Tobey Maguire o Andrew Garfield, bensì il ventunenne Tom Holland, british purosangue. Faccia giusta, un passato da ballerino hip-hop, per impersonare il quindicenne Peter Parker che ama giocare, volare e scoprire cose nuove, più che stare a scuola.
Perfetto per il pubblico adolescenziale, ma pure per chi voglia godersi un supereroe che prende in giro sé stesso – i dialoghi sono frizzanti -, e gli altri colleghi, come Captain America. Leggero e brillante come le acrobazie del ragazzo tra caccia ai cattivi e love-story irrealizzata con la compagna di classe (ma forse ritornerà nel sequel), il film diretto da Jon Watts, non perde un colpo quanto a ritmo dinamico, anche se la parte più debole risulta quella degli effetti speciali, cui siamo fin troppo abituati. Sì, perché Spider-man si trova nei guai proprio a causa del perfido Avvoltoio che si vuol vendicare delle ingiustizie umane (al solito). E che, guarda caso, dentro questa macchina da guerra nasconde proprio una persona vicina a Liz, la ragazza del suo cuore…
Insomma, ne incontra di gente il ragazzino che sta diventando uomo. E non sono tutti buoni e bravi, anche se lui ha un mentore speciale, addirittura Iron man che gli rinfaccia le gaffes continue. Parker infatti, che è all’inizio della sua avventura, non sa usare i suoi superpoteri e finisce spesso con le ossa rotte, tranne ovviamente nell’epico scontro con la macchina ferrigna del super-cattivo.
È un film ironico-demenziale per teen-agers come sembrerebbe? Non direi. È una briosa rivisitazione del mito del supereroe che lo rende, in chiave adolescenziale, più simpatico, giovanile e vero. Anche perché il film sottende un percorso di formazione alla vita che qua e là si fa sentire. Il bello è che tutto ciò non è pesante. Il protagonista (non un gigante, cm. 1,71 di altezza) è elastico di corpo e di mente quanto basta, il mentore Robert Downey jr. (Iron Man) è addirittura paterno, la bella Liz (Laura Harrier) ama farsi corteggiare con credibile astuzia femminile, e il perfido Michael Keaton (già visto in Birdman) in fondo ha un cuore.
Nell’incredibile affollamento di supereroi nei film e nelle fiction (guerrieri, commissari e così via), smagnetizzare il super in favore di un più normale “eroe della porta accanto” come è il nostro giovane Spider-Man, che giocherella con i superpoteri, non è proprio un male. Ci fa sorridere, il che di questi tempi rende leggera la vita. Vedere per credere.