Tornano i Moschettieri
Quanti sono i film sui Tre moschettieri? Tanti, americani per lo più. Stavolta il regista francese Martin Bourboulon si prende Louis Garrel (Luigi XIII), Romain Duris (Aramis), Vincent Cassel (Athos), Francois Civil (D’Artagnan) e l’americana Eva Green (Milady) per presentare l’avventura in cappa e spada fulminante, con duelli, cavalcate, la perfida Milady che tenta di sedurre, invano, il giovane guascone, il cattivissimo cardinale Richelieu e la non troppo nascosta love story tra la regina Anna d’Austria, moglie di un re imbelle, e il bel tenebroso Duca di Buckingam.
Il film ha la sua bellezza nel ritmo. Scandito da scene rapide, dialoghi veloci, e azione, tanta, come è giusto, e in più gusto dell’umorismo, momenti che ci lasciano col fiato sospeso, mai una caduta di tensione. Rapidamente introspettivo, specie nei personaggi femminili, secondo la regola della modernità. Girato in palazzi storici bellissimi, forse anche in uno dei cortili del Louvre, con costumi perfetti, musiche adeguate (i canti religiosi in latino hanno la pronuncia francese, simpatica) e alcune virate storiche fantasiose (i gesuiti cospiratori). Ma c’è eleganza, simpatia, leggerezza: d’Artagnan è bravo a fare l’innamorato di Costance e lo spadaccino formidabile, mentre Athos è inacidito, Porthos ama tutti, Aramis è un po’ vescovo, un po’ moschettiere, un po’ seduttore. Insomma, un tocco di fantasia nell’incursione sulla storia, come aveva fatto del resto anche Dumas.
Finale aperto, in attesa nei prossimi mesi di I tre moschettieri – Milady. Già, perché la perfida cospiratrice al soldo di Richelieu non è ancora morta, ma tornerà più infernale che mai. Intanto, godiamoci ancora un’avventura di cui sappiamo già tutto, però è bellissima ogni volta, nuova anche, comunque scoppiettante di voglia di vivere con intelligenza tutta francese.
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