Torna il villaggio per proteggere la Terra
5 giorni di sport, concerti, esposizioni, mostre, convegni, spettacoli, laboratori didattici, attività per bambini e buon cibo. Con un unico obiettivo: salvaguardare la Terra, celebrarla, mettere in pratica le politiche della green economy. L’edizione 2018 del Villaggio della Terra – che si terrà a Roma dal 21 al 25 aprile fra la terrazza del Pincio e il Galoppatoio di Villa Borghese – avrà un focus particolare sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, i cosiddetti “SDGs” (Sustainable Development Goals) fissati dall’Onu nell’Agenda 2030.
L’evento romano si tiene ogni anno in occasione dell’Earth Day (Giornata della Terra), la più grande manifestazione ambientale del pianeta. In Italia ha avuto inizio nel 2007 grazie alla perseveranza e alla tenacia di Earth Day Italia, il main partner italiano dell’Earth Day Network. E a Roma, da tre anni, è organizzato in collaborazione con il Movimento dei Focolari, da sempre è impegnato nella salvaguardia del creato, nella promozione dell’ecologia e della sostenibilità ambientale.
La visita del Papa
Nel 2016 rimase storica la visita del papa. “Voi trasformate deserti in foreste!”, affermò Francesco confermando il cammino fatto e indicando la rotta da percorrere. La doppia immagine è estremamente chiara: sono tanti i luoghi umani e fisici dove manca l’acqua e la vita non c’è più. E quando si parla di “vita” si devono tenere in considerazione innanzitutto i rapporti umani caratterizzati da accoglienza, cura e tenerezza di cui ogni persona ha bisogno per nascere, crescere, portare frutto e, a sua volta, dare nuova vita. E come affermavano i nativi americani, “la terra non appartiene all’uomo, ma è l’uomo che appartiene alla terra”.
La storia della giornata per la Terra
L’idea della creazione di una “Giornata per la Terra” fu discussa per la prima volta in America nel 1962. In quegli anni le proteste contro la guerra del Vietnam erano in aumento, e al senatore Gaylord Nelson venne l’idea di organizzare un “teach-in” sulle questioni ambientali. Nelson riuscì a coinvolgere anche noti esponenti del mondo politico come Robert Kennedy, che nel 1963 attraversò ben 11 Stati dell’Unione tenendo una serie di conferenze dedicate ai temi ambientali.
L’Earth Day prese definitivamente forma nel 1969 a seguito del disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oi al largo di Santa Barbara, in California, a seguito del quale il senatore Nelson decise fosse giunto il momento di portare le questioni ambientali all’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico perché: “Tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno il diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”.
E così, la prima data risale al 22 aprile 1970, quando 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra. Migliaia di college e università organizzarono proteste contro il degrado ambientale: da allora il 22 aprile prese il nome di Earth Day, la Giornata della Terra. Questo evento diede una spinta determinante alle iniziative ambientali in tutto il mondo e contribuì a spianare la strada al vertice delle Nazioni Unite del 1992 di Rio de Janeiro, la prima conferenza mondiale dei capi di Stato sull’ambiente.
Oggi i gruppi ecologisti utilizzano questo evento come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. È anche il giorno in cui si evidenziano soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo, come il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.
Nel corso degli anni la partecipazione internazionale all’Earth Day è cresciuta superando oltre il miliardo di persone in tutto il mondo: è l’affermazione della “Green Generation”, che guarda a un futuro libero dall’energia da combustibili fossili, in favore di fonti rinnovabili, alla responsabilizzazione individuale verso un consumo sostenibile, allo sviluppo di una green economy e a un sistema educativo ispirato alle tematiche ambientali.