Torna l’idea del Khalistan
Khalistan è un termine che nella memoria degli indiani che hanno superato la cinquantina richiama inevitabilmente momenti oscuri della storia piuttosto recente dell’India. Negli anni Ottanta del secolo scorso, infatti, Khalistan era un termine associato non solo alla formazione di una ‘terra libera’ – questo il significato del termine – per i sikh, ma anche ad una lotta armata, vera guerra civile combattuta per un decennio.
In quegli anni, per una complessa situazione politica venutasi a creare fra Indira Gandhi, allora saldamente al potere della più grande democrazia del mondo, e varie correnti politiche e religiose dello stato del Punjab (dove risiede la maggioranza dei sikh dell’India), aveva avuto inizio un periodo di tensioni politiche fra il governo centrale e quello locale che era, progressivamente, sfociata in una guerriglia che non aveva tardato a diventare guerra civile.
A capo della lotta per un Punjab indipendente si era imposto un leader religioso locale diventato sempre più personaggio politico e di stampo guerrigliero. Jarnail Singh Bhindranwale cercò di diffondere i valori originali del sikhismo e di invogliare i giovani a seguire le regole e i principi originali della religione. La sua era una visione teocratica che mirava a creare un khalistan, terra libera per i sikh.
Il suo movimento incontrò simpatie non solo in India, ma anche fra la diaspora sikh nel Regno Unito e in Canada, dove le comunità provenienti dal Punjab cominciarono a finanziare questa ideologia e la guerriglia che ne derivò. Col passare dei mesi, il Tempio d’Oro di Amritsar, luogo e città santa per eccellenza di questa religione, si trasformarono in un rifugio di guerriglieri che uscivano per azioni violente e che, poi, trovavano rifugio nella sacralità del Tempio d’Oro.
Il governo di Indira Gandhi che, dapprima aveva favorito Bhindrawale per interessi politici, si rese conto di aver perso il controllo della situazione e, nel 1984, lanciò l’operazione Blue Star (Stella Azzurra) che portò ad una invasione dei luoghi sacri che furono bombardati e danneggiati al fine di eliminare i ribelli. Bhindrawale e i suoi compagni furono uccisi. Ma l’operazione militare all’interno di un luogo sacro lasciò una ferita profonda nell’ethos sikh.
Nell’autunno dello stesso anno Indira Gandhi fu uccisa da due delle sue guardie del corpo, entrambe sikh, ed anche il generale che aveva comandato l’operazione venne trucidato qualche tempo più tardi. Tuttavia, ci vollero anni prima che l’ordine fosse pienamente ristabilito nello stato del Punjab. Il bilancio di quegli anni parla di migliaia di vittime della violenza provocata nel tentativo di indipendenza del Punjab.
Si pensava che il problema fosse stato risolto. Tuttavia, varie comunità sikh nel Regno Unito e in Canada hanno continuato a sognare e a finanziare uno stato indipendente. Il sogno del Khalistan non è mai scomparso del tutto. A dimostrazione di questo, nelle ultime settimane la polizia indiana sta cercando il nuovo ideologo del Khalistan, Amritpal Singh che, insieme ad un gruppo di simpatizzanti dello stato indipendente, è attualmente a capo del Waris Punjab De.
Fino a due anni fa nessuno sapeva chi fosse Amritpal. Nato nel 1993 in un villaggio non distante dalla città santa di Amritsar, questo giovane leader politico-religioso è diventato una sorta di “fenomeno” radicale sikh, riproponendo ideali che si pensava fossero assopiti per sempre.
Laureatosi in ingegneria meccanica è, poi, entrato nell’azienda di famiglia a Dubai, dove ha lavorato per alcuni anni. La svolta esistenziale è avvenuta nel 2020-2021, in occasione della grande protesta degli agricoltori del Punjab e dell’Haryana contrari alla riforma agraria del governo Modi (ne avevamo parlato anche su CNonline).
In quei mesi, Amritpal ha attraversato una profonda trasformazione personale. Da Dubai, fece diverse visite in India dove partecipò alle proteste e divenne un seguace dell’attore-attivista Deep Sidhu, che aveva formato un gruppo chiamato Waris Punjab De. Amritpal, molto attivo su Twitter, Instagram e Clubhouse, ha iniziato ad acquisire un certo seguito pubblicizzando le sue posizioni politico-religiose.
Dopo l’abrogazione della riforma agraria, considerata una vittoria fondamentale dai coltivatori diretti indiani, Amritpal ha fatto ritorno a Dubai. Altra svolta è stata la morte di Sindhu, famoso attore, ucciso in un incidente stradale. Amritpal, allora, è riapparso in India non più vestito in abiti moderni, ma presentandosi come leader religioso, un sikh tradizionale, ed è stato capace di trasformare il Waris in un gruppo pro-Khalistani.
Ha partecipato all’amrit (una cerimonia di battesimo) e alla fine di settembre ha fatto il dastar bandi (cerimonia di legatura del turbante) nel villaggio originario di Jarnail Singh Bhindranwale, che in quelle terre è ancora considerato un santo martire. Non solo. Durante la cerimonia, Amritpal si è vestito come Bhindrawale con una lunga kurta bianca e un turbante di colore blu elettrico. Nel novembre scorso, infine, il giovane leader ha intrapreso un Khalsa Vaheer, o marcia attraverso il Punjab per diffondere il sikhismo e condurre programmi durante i quali molti possono entrare a far parte dell’ordine sikh del Khalsa.
A queste azioni, si sono anche uniti discorsi infiammati a favore del Khalistan con inviti espliciti ad armarsi per poter combattere per uno stato libero. Gli ultimi tempi hanno visto una crescita esponenziale della sua popolarità come modello di comportamento. È diventato molto popolare, soprattutto, fra i giovani che attraversano un periodo di profondo malcontento a causa della disoccupazione. Nonostante tutto, almeno per ora, non è plausibile identificare Amritpal con Bhindranwale. Quest’ultimo conosceva bene le scritture e la religione dei sikh, essendo entrato in seminario in giovane età e diventando nel 1977 il 14° jathedar del Damdami Taksal.
Ora, i tempi sono cambiati e il giovane leader attuale è molto presente sui social media per diffondere il suo credo, anche se non ha un profilo pan-punjabico. Tuttavia, è bene tener conto che come conseguenza dell’intervento della polizia in alcune sedi del gruppo di Amritpal sono scoppiati tafferugli durante le dimostrazioni iniziate in Inghilterra, Australia e Canada. In questi giorni la polizia ha fatto irruzione in locali che sono considerati sede di questo gruppo. Amritpal non è rintracciabile da una settimana. Non mancano i timori per una potenziale ripresa della spinosa questione.
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