Torna in libertà Dvarashyn Vitali

L'obiettore di coscienza bielorusso detenuto in Lituania in attesa dell'estradizione è stato liberato in attesa del ricorso. A riferirlo è il Movimento Nonviolento. Mentre in Russia il movimento analogo viene messo fuori legge
Dvarashyn Vitali, obiettore bielorusso (foto Movimento Nonviolento)

Dvarashyn Vitali, l’obiettore di coscienza bielorusso che era stato rinchiuso in un campo profughi lituano a causa della revoca del suo permesso di soggiorno e a rischio estradizione come persona “indesiderata”, è stato liberato la sera del 23 giugno con un provvedimento del magistrato. Si attende ora il pronunciamento del Tribunale sul suo ricorso, che sarà emesso il prossimo 28 giugno. A riferirlo è il Movimento Nonviolento, che segue la sua vicenda insieme all’associazione bielorussa Our House – guidata da Olga Karach, anch’essa in esilio in Lituania.

«Vitali ha potuto essere assistito da un legale di fiducia, Rytis Satkauskas – riferisce il Movimento in un comunicato stampa -, grazie alla Campagna di Obiezione alla guerra del Movimento Nonviolento che copre le spese legali, e offre un supporto di consulenza con l’avvocato Nicola Canestrini».

Numerose anche le lettere inviate da tutta Europa all’Ufficio governativo lituano dell’immigrazione, che hanno contribuito a fare pressione per ottenere la scarcerazione. Vitali, lo ricordiamo, ha presentato la richiesta di essere riconosciuto come rifugiato politico per il suo rifiuto di essere rispedito in Bielorussia, dove verrebbe nuovamente inquadrato nell’esercito e subirebbe una condanna a 7 anni di carcere per le sue attività pacifiste e la sua dichiarazione di obiezione di coscienza.

Si attende quindi ora il pronunciamento del Tribunale sul ricorso contro il ritiro del permesso di soggiorno e la conseguente estradizione. «La nostra richiesta politica è rivolta all’Unione Europea, che deve rispettare il proprio ordinamento sul diritto umano all’obiezione di coscienza – prosegue il Movimento NOnviolento – e quindi, noi riteniamo, concedere lo status di rifugiati politici a tutti quei giovani russi, bielorussi e ucraini che non vogliono partecipare al più grande crimine contro l’umanità che è la guerra».

Nel frattempo arrivano notizie preoccupanti dalla Russia; dove, riferisce sempre il Movimento Nonviolento,  il Movimento degli obiettori di coscienza è stato ufficialmente dichiarato dalle autorità “agente straniero” e pertanto passibile di essere messo fuori legge. La responsabile Elena Popova scrive che le accuse rivolte sono quelle di aver diffuso informazioni ritenute false sulle azioni, le decisioni e le politiche del governo, oltre a opporsi alle azioni militari della Russia in Ucraina. Ora naturalmente i membri di questo movimento si trovano a rischio di subire azioni repressive; di qui la richiesta alla comunità internazionale di mantenere alta l’attenzione sulla questione, seguendo anche le notizie che il movimento stesso cercherà mensilmente di pubblicare.

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