Torna la vita nelle acque del Lambro

Anatre e germani, curati nell'oasi del Wwf di Vanzago dopo il disastro ecologico, popolano di nuovo il fiume lombardo.
anatra

Le avevano raccolte unte di petrolio, sporche, intirizzite. Affamate ma talmente deboli da non riuscire a nutrirsi. Spaventate, ma incapaci di volare via, perché il gasolio finito nel fiume Lambro aveva impregnato le loro ali appesantendole. Ora, a distanza di due mesi dallo sversamento doloso di 10 milioni di litri di gasolio, i germani reali, i cormorani e le anatre selvatiche che nuotavano e vivevano in quelle acque hanno ripreso il volo. Sarebbero morte di stenti e di freddo, intrappolate nell’enorme marea nera. Oppure le avrebbe uccise il veleno degli idrocarburi, intossicandole passando attraverso la pelle. Invece questi uccelli sono stati recuperati dalla polizia locale, dai volontari della protezione civile e delle associazioni ambientaliste e sono stati portati all’Oasi del Wwf di Vanzago, dove c’è un centro di recupero della fauna selvatica.

 

È stata una fortuna – raccontano i volontari al Centro recupero animali selvatici dell’Oasi Wwf di Vanzago – che lo sversamento sia avvenuto in inverno. Fosse successo fra un mese, sarebbero morti ancora più animali: in primavera c’è infatti il risveglio dopo il letargo. Così, in un tranquillo sabato che il calendario segna primo del mese di maggio, alla presenza di tante persone, soprattutto bambini, questi animali sono stati liberati. Applausi entusiasti dei bimbi che osservavano attentamente la liberazione dei volatili, e genitori contenti che finalmente con questo ripopolamento veniva dato il segnale che l’incubo inquinamento sta finendo e il parco può tornare ad essere vissuto da tutti per passeggiate, scampagnate, jogging.

 

Le anatre erano state consegnate il giorno stesso del disastro sul fiume. Per prima cosa sono state pulite con uno speciale sapone e poi tenute al caldo, perché — secondo quanto raccontato dal direttore dell’oasi, Andrea Longo – le penne impregnate dagli idrocarburi non trattengono più il calore. In seguito sono state nutrite con dei sondini, finché non sono state in grado di mangiare da sole. Ora dovranno imparare di nuovo a procurarsi il cibo. Curiosità simpatica: una di queste sta covando la sua nidiata di uova. Non ha perso tempo!

 

Una volta liberati, i germani potrebbero restare a vivere nell’oasi. Sul percorso del parco del Lambro ci sono due laghetti, dove vivono delle colonie di altri uccelli acquatici. In ogni caso, adesso le loro ali sono di nuovo in grado di portarli ovunque.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons