Torna la festa di don Bosco, il santo dei giovani

San Giovanni Bosco si prendeva cura dei ragazzi abbandonati, che nessuno voleva. Grazie ai salesiani l'attenzione ai più giovani continua ancora oggi, nelle scuole e negli oratori.
Oratorio salesiano di Santa Maria Ausiliatrice, a Roma. Foto di Amarinelli93 - Opera propria, CC BY-SA 4.0, Wikimedia Commons.

Il 31 gennaio è la festa di San Giovanni Bosco, chiamato familiarmente Don Bosco. Nacque a Castelnuovo d’Asti il 16 agosto del 1815 da una famiglia di contadini. In tutto il mondo i salesiani e quelli ad essi legati per vari motivi, sono in fermento per preparare le celebrazioni di colui che è conosciuto come “il santo dei giovani“.

Perché lui i giovani se li andava a cercare in ogni angolo della sua Torino del 1841. Erano quelli che nessuno voleva perché senza parenti, senza lavoro, senza sogni. Soli, abbandonati a se stessi, costretti a vivere di espedienti.

E lui, giovane prete, senza mezzi e senza soldi, fin da ragazzo aveva un sogno: togliere dalla strada e dai pericoli quei ragazzi, dar loro un tetto, sfamarli, insegnare loro a leggere e a scrivere e poi un mestiere. Circondarli di affetto, di attenzioni, farli sentire persone, restituire loro una dignità e la capacità di sognare. Perché un uomo senza sogni non può vivere.

Basta che siate giovani perché io vi ami assai“: era una frase che Don Bosco amava ripetere spesso. Accanto a lui una donna eccezionale, mamma Margherita, che condivise con quel figlio originale, ritenuto quasi un folle dai suoi  suoi concittadini, tutto: sacrifici, pane e miracoli!

Perché di miracoli in quel primo oratorio ne accadevano ogni giorno! Arrivava di tutto per quei ragazzi da gente amica e caritatevole: cibo, vestiti , lenzuola, denaro. Un pomeriggio di ottobre arrivò un contadino con un cesto di castagne e mamma Margherita incominciò a preparare delle caldarroste.

Le preparò tutte, ma pensò che non sarebbero bastate. Infatti quando arrivarono i ragazzi erano ormai tantissimi: le castagne non potevano bastare per tutti! E invece quella sera non solo bastarono, ma furono per tutti una cena abbondante e buonissima. Quello fu ricordato come il miracolo delle castagne e ogni anno, a ricordo di quell’episodio straordinario, in ogni scuola e oratorio salesiani si vive la castagnata.

È l’occasione per ragazzi, insegnanti e genitori di trascorrere un pomeriggio insieme in allegria mangiando caldarroste. E i ragazzi, i suoi ragazzi, amavano don Bosco senza riserve!

Un giorno il sacerdote si ammalò gravemente, al punto che si temette per la sua vita: la voce si sparse in un attimo! Nella piccola Chiesa, davanti a Gesù Eucarestia, i ragazzi si alternavano in ogni ora del giorno e della notte a chiedere piangendo, la guarigione per lui, che sentivano un padre, un maestro, un amico.

Egli guarì e ringraziandoli disse: “Siete tutti ladri, ragazzi miei, io non ho il mio cuore, ce l’avete voi! Ma vi prometto che da ora in poi, ogni mio respiro sarà per voi!”.

Ma Don Bosco ebbe anche tanti nemici, perché era un prete scomodo. Quando di sera andava per strada, lo affiancava però, una guardia del corpo molto speciale: era un cagnone enorme, che lui chiamò il Grigio: gli stava accanto e lo proteggeva. Sbucava da chissà dove e poi spariva non appena lui tornava a casa.

E furono anni fecondi: nel 1853 pubblicò libri, libretti, opuscoli. Nel 1877 cominciò il Bollettino Salesiano, ancora oggi diffuso nel mondo in 56 edizioni e in 26 lingue, raggiungendo 135 Paesi. Fu lui a realizzare la prima tipografia come scuola grafica.

Andò e mandò ovunque i suoi seguaci in tante parti anche del mondo (prima di tutto in Argentina) e così le case salesiane si moltiplicavano. Fissò sulla carta programmi e idee straordinariamente innovativi ed attuali. Chiamò salesiani i suoi prendendo il nome del suo santo prediletto: San Francesco di Sales.

Nel 1868 costruì una splendida basilica a Maria Ausiliatrice per ringraziarLa del Suo aiuto e della Sua protezione.

Uno dei capolavori della sua pedagogia fu San Domenico Savio (1842- 1857), morto a 14 anni e proclamato santo nel 1954.

A Parma venne don Bosco di persona a scegliere il terreno e il quartiere più popolare dove costruire quella che fu l’ultima casa salesiana ad essere eretta: il San Benedetto! L’Istituto fu inaugurato nel novembre 1888 con l’apertura della Parrocchia e dell’Oratorio. Don Bosco morì il 31 Gennaio del 1888.

 

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