Torna a Jesi Federico II

Apre nella cittadina marchigiana il nuovo museo dedicato allo “stupor mundi”. La nascita, l’incoronazione, le crociate, la poesia, l’arte, la cultura dell’imperatore, amato e dodiato, famoso per i suoi interessi e conflitti

L’hanno chiamato lo stupor mundi. E davvero Federico II di Svevia è stato un personaggio immenso. Aperto alle religioni (in particolare con l’Islam), geloso custode dell’autonomia del potere imperiale da quello papale (vedi le lotte con papi come Gregorio IX), intellettuale amante della poesia, della scienza e dello sport (suo il Trattato sulla caccia al falcone), uomo astuto, machiavellico e ben poco cristiano, secondo i modelli del suo tempo, cioè la prima metà del secolo tredicesimo.

Uomo di interessi variegati, di conflitti e di dominio, amato e odiato, amante più dei suoi regni del Meridione italiano e della Sicilia che della Germania degli Hoenstaufen, cui apparteneva, come il nonno Federico I il Barbarossa.

Nacque a Jesi, in piazza dentro a un padiglione come voleva l’etichetta imperiale, il 26 dicembre 1194 da Costanza d’Altavilla, regina normanna. E proprio nella piazza dove vide la luce sorge oggi il Museo Federico II, unico nel suo genere, nel palazzo Ghislieri. Federico infatti amava Jesi, che nel 1239 definiva «nobile città della Marca, insigne principio di nostra vita… la nostra Betlemme».

Curato scientificamente da Anna Laura Trombetti Budresi con la collaborazione della Fondazione Pergolesi Spontini e di un team di aziende, sotto la direzione generale di William Graziosi, e voluto dal presidente della Fondazione Federico II Gennaro Pieralisi, ora il nuovo museo è pronto per accogliere i visitatori dello Stupor mundi.

Sedici sale tematiche disposte su tre piani, che attraverso ricostruzioni scenografiche e tridimensionali, installazioni multimediali, proiezioni di immagini statiche o animate tratte da miniature medievali, ricostruzioni di oggetti e costumi, spaziano dentro ad un mondo lontano che si fa per noi vicinissimo. Si viaggia da Palermo a Castel del Monte, si scoprono la nascita dell’imperatore, il casato, l’incoronazione nell’antica San Pietro vaticana, i papi e le Crociate, le mogli e i figli, le sue passioni per la poesia, l’arte, la cultura in genere. Tanto da essere diventato un mito.

È un viaggio appassionante, che porta il ricordo al duomo di Palermo dove giace sepolto dentro un sarcofago di porfido – la pietra imperiale – grande come è stato lui.  Da non perdere perciò un viaggio nell’affascinante Jesi, alta sulla collina marchigiana.

 

 

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