Torino la bella

Il vestito confezionato per Torino 2006 si presenta multiforme e multicolore; ce n’è da meravigliare chiunque. Accanto alla riqualificazione di spazi storici come il mercato di Porta Palazzo, la Cavallerizza Reale, le piazze San Carlo e Vittorio Veneto, prendono forma modernissimi impianti urbanistici. Così fra la Torino barocca, liberty e regale, ecco spuntare la città del futuro. Le grandi firme per quest’opera colossale si sprecano: Luigi Nervi, Gae Aulenti, Arata Isozaki, Mario Botta, per non citarne che alcuni; e con gli architetti una fiumana di artisti di fama internazionale che lascia senza fiato: Airò, Buren, De Maria, Kosuth, Mainolfi, Merz, Palladino, Paolini, Pistoletto, Zorio, Francesco Casorati, Rebecca Horn e tanti altri. A loro è affidata la suggestione del tessuto urbano. In Piazza Castello, cuore barocco della città, sorge ora il Medals Plaza: gigantesco palcoscenico delle premiazione olimpiche. La sua superficie di acciaio è uno specchio multisfaccettato che riflette il cielo e i monumenti storici, le luci del palco e quelle del pubblico. La rotazione del palco consentirà rapidi cambi di scena: di giorno podio per l’assegnazione delle medaglie, di notte palcoscenico per i concerti delle grandi star della musica italiana e internazionale. Alle sue spalle, la casa delle bandiere: un’enorme vetrina per tutte le bandiere dei paesi olimpici. Altra spettacolare copertura in acciaio per lo Stadio Olimpico ristrutturato. All’esterno i tiranti a vista ostentano la ricerca strutturale, ma sull’edificio vestito a nuovo continua a svettare la tradizionale Torre Maratona. Il recupero del Palavela restituisce la tipica vela della struttura originaria, ma valorizzata in modo da sembrare ancora più gonfia di energia, quasi a gareggiare con le evoluzioni di pattinaggio di figura che dovrà ospitare. Un arco voltaico fende il cielo come il lancio di un dardo rosso. È il ponte pedonale che collega il Centro Fiere del Lingotto al Villaggio Olimpico, coloratissima area riservata agli atleti. Gli ampi finestroni orizzontali del Palasport Olimpico di Isozaki e Maggiora scandiscono lo spazio in modo mosso e ritmato, quasi citando il motivo sonoro e luminoso di Incontri ravvicinati del terzo tipo E ancora lo storico edificio di Torino Esposizioni firmato da Luigi Nervi, l’Oval Lingotto destinato alle gare di Pattinaggio di velocità, la nuova chiesa del Santo Volto, la futuristica forma di Atrium con la Fontana Angelica restaurata e la nuova Ice Plaza dove anche ai non atleti è concesso di indossare per un momento i pattini da ghiaccio e scendere in pista. Anche l’antico torna a splendere. Palazzo Madama viene restituito alla città dopo un restauro per offrire la visione delle antiche sale; uno spettacolo mozzafiato per la trama degli stucchi, gli affreschi e gli arredi dorati, nonché le raccolte del Museo Civico d’Arte Antica. Ma la bellezza non si limita ai palazzi storici e alle nuove strutture olimpiche. I tre chilometri di copertura delle trincee ferroviarie in corso si trasformano in un grande museo all’aperto col contributo di artisti di fama internazionale. Gli interventi già realizzati non hanno riscosso subito il favore degli abitanti, ma col tempo anche i linguaggi più moderni diventano lingua comune. Così è per la grande Fontana di Mario Merz che da violenta comparsa si propone ora come patrimonio collettivo. La diffidenza iniziale cede il posto al senso di appartenenza dei cittadini che oggi rendono ancor più viva l’opera, lasciandovi papere e anguille. E per le vie e le piazze si riaccendono per l’occasione le Luci d’Artista. Le opere d’arte luminose che valorizzano e trasformano in chiave onirica luoghi vecchi e nuovi di questa Torino dove la meraviglia sembra nascondersi ad ogni angolo.

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