Città Nuova al Salone di Torino

Grande successo per l’edizione numero 30 del Salone del Libro di Torino. Città Nuova è presente con le proprie novità editoriali e i suoi eventi.

Si è chiuso da pochi giorni il Salone del Libro di Torino, edizione numero 30, edizione dei record. A dispetto della diffidenza con cui si era accolto l’annunciato ridimensionamento, infatti, sono stati più di 165mila i biglietti venduti, con 38 mila visitatori in più rispetto al 2016, e una grande partecipazione sia agli eventi al Lingotto che quelli sparsi per tutta la città.

Per l’edizione #30 l’attesa è stata quasi spasmodica. Certo, il Salone rappresenta ormai un appuntamento rituale per tanti, ma c’era curiosità per il lavoro svolto della squadra nata dopo il terremoto dello scorso anno, quando era in dubbio la stessa realizzazione dell’evento. Ed invece è stato un trionfo, pur senza grandi rivoluzioni.

Girando per il Salone ci si è subito accorti che lo schema ricalcava quelli precedenti. Differente era l’aria che si respirava per i corridoi, decisamente più frizzante. Format che vince non si cambia, le uniche novità sono state allora nei dettagli: più spazio alle realtà locali e legate al territorio – emblematico ad esempio il cambio di look dello spazio dedicato alla cucina, meno “Masterchef” e più SlowFood; più attenzione all’aspetto culturale, con l’introduzione di una biblioteca dentro al Salone e percorsi letterari riservati agli insegnanti, dove si sono alternati alla lettura scrittori di spicco come Daniel Pennac; più attenzione verso i giovani, con una carta di 15 euro regalata ai 18enni dalla Regione Piemonte per fare acquisti dentro al Salone.

Che sarebbe stato un successo è stato chiaro fin dal primo giorno di giovedì, solitamente pieno solo di scolaresche, con lunghe code ai botteghini e agli stand fin dalla mattina. Mai, a memoria, è successo di dover aspettare lunghi minuti per passare i tornelli della fermata della metro di Lingotto alle 20:30, mezz’ora dopo l’orario ufficiale di chiusura. Inevitabile poi il pienone nel weekend, dove nemmeno la contemporanea festa scudetto della Juventus è riuscita a mettere in discussione la voglia dei torinesi di dimostrare di aver ritrovato quel piacere collettivo di stare insieme.

Si dice che ci si accorge delle cose quando non ci sono più o si rischia di perderle: forse è stato così anche per i torinesi e il Salone del Libro. È un’impressione, ma molto del successo di quest’anno sembra possa dipendere da quell’ipotesi di trasloco, che è stato come un elettro-shock: punti nell’orgoglio, i torinesi hanno fatto quadrato attorno ad un proprio bene che stava sfuggendo. Elettro-shock salutare anche a livello organizzativo, dove il format collaudato e vincente, che dava l’impressione però di viaggiare con il pilota automatico inserito, ha trovato spazio di rinnovamento, a partire dalle modalità di diffusione dell’evento, più capillari. Si è cominciato a Natale nelle librerie della città, fino all’arrivo delle locandine su molte vetrine dei negozi di tutta città e le tovagliette dei bar griffate con il logo del Salone che sono apparse insieme ai primi dehors.

Il Salone si è rinnovato senza ricominciare da zero, stimolando la città a ritrovare quell’idea di comunità che forse non si respirava così forte dalle Olimpiadi. È la stessa sensazione colta dalla sindaca Appendino, che ha girato il Salone stringendo mani e dedicando la sua attenzione in particolare agli stand più piccoli: “Tutti i torinesi si sono mossi per rilanciare il loro Salone e un risultato del genere rappresenta la forza del territorio. La sfida l’abbiamo colta e vinta perché una comunità intera ci ha creduto“.

Grande soddisfazione per il direttore Lagioia, che ha ringraziato la Sindaca e il presidente della Regione Piemonte Chiamparino per lo sforzo profuso: «senza il vostro coraggio e la vostra saggezza tutto questo non sarebbe successo ed il fatto che appartenete a diversi schieramenti politici aumenta il valore della vostra impresa».

 

Città Nuova al Salone

Città Nuova era presente con un proprio stand: un’occasione per far conoscere le novità editoriali – dalla narrativa alla saggistica che spazia dalla filosofia, psicologia, storia, economia, attualità -, per incontrare i lettori e confrontarsi con gli “addetti ai lavori”. Anche quest’anno migliaia gli eventi dentro al Salone del Libro e quelli ad esso collegati, sparsi in tutti gli angoli della città attraverso la formula vincente del Salone del Libro OFF, a cui anche Città Nuova ha portato il suo contributo. Al Lingotto sono andate in scena le presentazioni dei libri “Giù le maschere” di Salvatore Striano e “Mille Italie” di Franz Coriasco, entrambe molto partecipate; nell’ambito del Salone OFF, presso la “Cartiera”, luogo di aggregazione appena fuori il centro cittadino, Città Nuova insieme alla comunità locale dei Focolari ha animato l’evento “Oltre il confine, viaggio nelle periferie”. Qui, partendo dall’esperienza di Silvano Gianti in “Senza diritto di cittadinanza” è stato promosso un viaggio nelle periferie attraverso esperienze locali e quella vissuta dai giovani nel Siracusa SummerCamp.

 

#OltreIlConfine della rivalità

La prossima edizione del Salone si terrà a Torino dal 10 al 15 maggio 2018. Inevitabili le domande sulla possibilità di coesistenza con il vicino “Tempo di Libri”. Ma sull’argomento, da Torino, ci sono solo mani tese agli assenti, dopo lo strappo del 2016:«Vi sento vicini, ritroviamo lo spirito di amicizia e di collaborazione, aiutateci a fare di questo Salone qualcosa di ancora più bello. Vi aspettiamo l’anno prossimo», l’invito di Lagioia.

In un periodo in cui spesso si pensa ad alzare muri, il suo invito suona come una speranza di poter davvero andare #OltreIlConfine della rivalità.

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