Toni della malga
oni lavora in malga da giugno a settembre. Fa il burro e il formaggio con il latte delle mucche che vivono là, in mezzo alle montagne.Tanti lo vengono a conoscere e vogliono vedere come lavora, anche quelli della televisione. Toni è un nonno, ma non ti accorgi subito della sua età. Quando entri in casara e lo vedi vicino all’enorme caldiera, non ti sembra per niente vecchio. Quando mescola adagio adagio il latte, che si scalda sul fuoco scoppiettante, sembra un gran mago, che prepara una magica pozione. Fa il formaggio Asiago, secondo una ricetta così antica, che forse… forse è stato davvero un mago ad inventarlo, un mago cimbro, quel popolo che ha colonizzato queste terre fin dall’anno 1000. Forse qualche bambino gliel’ha chiesto: Toni, sei un mago?. Molti bambini giungono anche da lontano in malga, a Portamanazzo. Arrivano con i loro genitori o i loro nonni. Hanno camminato a lungo sul sentiero fra i boschi. Quando arriviamo? chiedono impazienti. Fra poco… Vedrai Toni mentre fa il formaggio Asiago. quei bambini, che sanno già navigare in Internet, provano ad immaginare come si ottenga latte quella cosa detta formaggio, che poi assaggiano nella linda casara. Ma Toni, sei mai stato piccolo tu? gli ha chiesto una bambina curiosa. Lui, di poche parole, ha sorriso comprensivo a quegli occhi azzurri e un po’ timorosi. Si vedeva che, col pensiero e il cuore, era già lontano, indietro nel tempo… Ricordati,Toni – gli diceva papà -: se mai dovessi perderti in malga, quando vien sera, segui una vacca che torna alla stalla.Anche se tu fossi lontano, ai confini della malga, l’animale ti riporterà a casa. Ricordatelo, eh!. Allora si rivede bambino e comincia a raccontare: Da piccolo, quando ero in malga col mio papà, ero sempre per pascoli e boschi e così sono diventato amico della montagna. Io conosco bene i suoi segreti e i sentieri, la vita dei suoi boschi e dei suoi animali: volpi, caprioli, scoiattoli, poiane e gheppi… Ho imparato a fare il formaggio guardando mio papà, che faceva il casaro. Stessa casara, stessa caldiera, stesso fuoco di legna… Poi osservavo curioso la massa tonda della cagliata che lui sollevava dalla caldiera e divideva nelle fascere. Seduto sulle sue spalle imparavo come si rivoltano le forme, come si salano e poi… Infilavo il ditino nelle lettere marchiate sulla crosta delle forme stagionate e leggevo: A-S-I-A-G-O. Eh sì, anche Toni è davvero stato un bambino! Un giorno ha pensato: Oggi è proprio un bel pomeriggio, da passare nei boschi…. Sta’ ‘tento,Toni gli dice quel giorno il papà. Ma il bambino non sente, è già schizzato via, verso la cima, a nord. La stalla bianca è già lontana e il verde dei prati dolce e rassicurante. I suoi occhi attenti poi riempiono del buio severo delle abetaie. Ik, ik! chiama il falco e sembra dire: Ciao, Toni, ti aspettavo!. Il falco vola qua e là sul fazzoletto di pascolo dove Toni corre, cade, si alza… Il bambino della malga e l’uccello giocano a rincorrersi, finché il falco vola via e si perde oltre pascolo. Poi Toni-bambino si ferma: ai confini del bosco una macchia marrone si sta spostando verso lui. È un capriolo. Il bambino sa che, se vuole vederlo bene, lo deve aspettare. Il capriolo si avvicina leggero e poi si rituffa nel bosco.Allora Toni lo rincorre e pensa contento: Oggi tutti vogliono giocare a prendersi!. Il capriolo salta, ma anche il bambino salta agile e sicuro. Quasi sicuro… di non cadere! Ops! grida Toni, rotolando sul terreno scivoloso, coperto di aghi d’abete. Fermati, non scappare, aspettami. Il capriolo si ferma. Lo guarda. Toni si alza, cammina verso l’amico, ma lui, con un balzo, si confonde con i tronchi e le ombre. Scompare. Intanto però il tempo è passato. E adesso? – pensa -.Devo tornare a casa. Forse dovrei andare di qui.No…Forse la casara è di là… Anche se riesce ad uscire dal bosco, una nebbiolina traditrice copre le montagne intorno così Toni si accorge subito cosa è accaduto: Mi sono perso, non so più trovare la strada per tornare a casa. Vuole piangere, ma non ci riesce. Guarda: sopra la nebbia si vede il cielo, che poco, lo sa, sarà sempre più di cobalto, e ripete consiglio del suo papà: Ricordati, se ti perdi, segui la vacca che torna alla stalla. Ma qui intorno non vedo mucche… e la malga è tanto grande! E poi, con questa nebbia!. Toni-bambino trema un po’ per il fresco, un po’ per qualcos’altro che sente correre lungo la schiena. È la paura. E adesso? Nessuno mi troverà qui, chissà quanto sono andato lontano…Dove vado? Come faccio?. Non si accorge subito che un campanaccio suona non lontano. Poi però si fa attento, si scuote, si alza e, seguendo quel ritmo, in un lampo è in cima al pascolo. La nebbia lì si è già dissolta e Toni vede appena più giù per il pendio, vicino a tre abeti, una bella mucca. È una bruno-alpina, che riconosce perché è quella che, la sera, rientra sempre per ultima alla stalla. La chiama: Brunetta! Brunetta!. Brunetta continua a zoccolare verso la sua meta, supera la macchia, finge di non sentire e di non vedere quel bambino che conosce bene e che adesso piange davvero, ma di gioia. Brunetta… sussurra ancora quando è vicino e vorrebbe abbracciarla, ma non ci riesce, è chiaro. Si appoggia al collo e Brunetta si ferma. Forse ha capito, forse vuole rassicurarlo, ma poi volta il muso verso sud e riprende il suo cammino, lenta e solenne. Quando finalmente all’imbrunire Toni riconosce il pendio che porta alla stalla e alla casara, dà voce al saluto. Rispondono due richiami conosciuti, di chi stava aspettando con ansia il suo ritorno. Ricordati, se ti perdi in malga, segui le vacche. Loro tornano sempre a casa. Meno male che c’era la Brunetta… Meno male che mi sono ricordato del consiglio del papà…. La natura è amica se la si conosce e la si rispetta. I ragazzi dovrebbero sapere tutte queste cose…. E questo è uno dei tanti ricordi di Toni. Ricordi di vita in malga. Preziosi ricordi di un nonno.