Tolleranza negativa

A proposito della rubrica “In dialogo” di Michele Zanzucchi pubblicata sul n. 23/2010.
Fabio Fazio e Roberto Saviano

Fazio&Saviano «Restiamo perplessi su alcune affermazioni contenute nella risposta a Fabiano Bermudez. Possiamo essere d’accordo sul marketing commerciale, ma non capiamo perché si debba condannare un programma di opinione, Vieni via con me, per non aver ospitato il "contraddittorio".

 

«Un’opera d’arte è tale e la si giudica per quello che è e non per come la vorremmo. La questione “fine-vita” è un problema di coscienza, di “libero arbitrio” che nessuna legge divina o terrena può risolvere in modo assolutistico. La soluzione è la laicità dello Stato che deve mettere ogni cittadino in condizione di esercitare in tutta legalità il libero arbitrio. Da non credenti siamo profondamente rispettosi della sensibilità cristiana sull’argomento e ci adoperiamo, nel nostro piccolo, a sostenerla (vedi articoli sul blog “In… cammino” sul sito di Città Nuova), ma allo stesso modo auspichiamo rispetto per chi, come noi, sostiene il testamento biologico, che tra l’altro, la Chiesa evangelica ha già istituito».

Luciana Scalacci e Nicola Cirocco

 

Vi ringrazio della lettera, cari Luciana e Nicola, che mi permette di trattare un argomento che mi sta a cuore. Non entro nel dibattito sul testamento biologico; ce ne siamo già occupati e ce ne occuperemo ancora in articoli ad hoc. Per quanto riguarda la trasmissione “a senso unico” di Fazio e Saviano e il concetto di laicità, proprio perché Città Nuova condivide con voi l’appello al rispetto tra credenti e no, anzi di più al dialogo e alla stima reciproca, mi permetto di riportarvi una lunga frase dall’ultimo libro del papa: «Si sta diffondendo un’intolleranza di tipo nuovo, è evidente. Esistono modi di pensare ben rodati che devono essere imposti a tutti. E che vengono promossi in nome della cosiddetta tolleranza negativa. Come ad esempio quando si dice che in virtù della tolleranza negativa non devono esserci crocifissi negli edifici pubblici. In fondo così sperimentiamo l’eliminazione della tolleranza, perché in realtà questo significa che la religione, che la fede cristiana non possono più esprimersi in modo visibile. […] La vera minaccia che ci troviamo di fronte è che la tolleranza venga abolita in nome della tolleranza stessa. C’è il pericolo che la ragione, la cosiddetta ragione occidentale, sostenga di aver finalmente riconosciuto ciò che è giusto e avanzi così una pretesa di totalità che è nemica della libertà. Nessuno è costretto ad essere cristiano. Ma nessuno deve essere costretto a vivere secondo la “nuova religione”, come fosse unica e vincolante per tutta l’umanità».

 

Questa citazione mi sembra una sintesi efficace di quanto pensiamo. Ciò non vuol dire non rispettare l’autonomia “artistica”, ma chiedere uno sguardo ampio, tollerante, solidale e il più possibile onesto su problemi ben più importanti del federalismo, che toccano le basi della vita umana e della convivenza tra gli uomini. Sempre aperti a continuare il dialogo.

Michele Zanzucchi

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