Tolkien: uomo, professore, autore
A cinquant’anni dalla scomparsa del creatore di mondi più grande di sempre – John Ronald Reuel Tolkien, meglio noto come J.R.R. Tolkien -, la Galleria Nazionale di Roma, museo di arte contemporanea, ospita nelle sue sale dal 16 novembre 2023 al 11 febbraio 2024 una mostra a lui dedicata.
Il percorso rappresenta un viaggio, in primo luogo, nella persona di Tolkien, oltre che nelle sue più grandi opere quali “Il signore degli anelli” e “Lo hobbit”. Viene raccontata infatti la sua storia a partire dalla più tenera età, fino al raggiungimento della sua straordinaria conoscenza del mondo antico, alla base del suo processo creativo.
La narrazione avviene in maniera interattiva. Ci sono video, audio, oggetti realmente appartenuti alla famiglia Tolkien di grande rarità, messi a disposizione della Galleria da privati, mai esposti in precedenza. Non a caso è la prima esposizione di queste dimensioni mai dedicata in Italia allo scrittore. Tuttavia, rispetto alle grandi mostre allestite a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022), che hanno esaltato particolari aspetti delle opere letterarie, quella di Roma pone proprio l’uomo Tolkien al centro di tutto. Si parte dalla sua nascita nel 1892 in Sudafrica, dove i genitori si erano trasferiti dall’Inghilterra così che il padre potesse tentare la fortuna lavorando in una banca, la Bank of Africa.
Per varie necessità Mabel Tolkien, la madre, decise di tornare in Inghilterra, dove si ritrovò a crescere i figli in solitudine dopo la morte del marito per una malattia. Da anglicana si convertì al cattolicesimo. L’influenza della religione fu fondamentale nella vita del giovane Tolkien, dalla passione per la filologia alla conoscenza delle lingue antiche come il latino. Alla morte di Mabel venne infatti affidato con il fratello a padre Francis Morgan, che si occupò interamente del loro sostentamento economico ma anche della loro educazione, rimanendo punto di riferimento per lo scrittore per tutta la sua vita. Ed ecco che già per questa prima parte della sua esistenza la mostra espone oggetti di notevole valore storico, come il baule con cui viaggiò Mabel dal Sudafrica, custodito per tutti questi anni dall’oratorio di Birmingham, mai esposto al pubblico.
Manoscritti autografi, lettere, memorabilia, fotografie da Oxford risalenti alla sua vita accademica e opere d’arte ispirate alla Terra di Mezzo. Nella mostra sono molti i manufatti interessanti, come i documenti con cui i più grandi editori italiani rifiutarono le opere fantasy dell’autore. Ritennero, a posteriori si direbbe in maniera erronea, gli italiani non ancora pronti a queste letture, ritenute troppo nordiche, magari lontane dai gusti comuni. Fu la casa editrice Astrolabio, nel 1967, a pubblicare “La Compagnia dell’Anello”. Ma il vero successo arrivò nel 1970 quando l’intera collana del “Signore degli Anelli” venne pubblicata da Rusconi.
Certo è che il rapporto di Tolkien con l’Italia e con la lingua italiana è stato molto particolare. «Sono innamorato dell’italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo», si legge in una sua lettera. Nella rassegna non mancano le testimonianze del viaggio a Venezia. «Venezia sembra incredibilmente e incantevolmente elfica – per lo meno appare a me come una visione dell’antica Gondor o come i vascelli Numenoreani di Pelagir, prima del ritorno dell’Oscurità». Ancora testimonianze concrete dei tanti contatti, diretti e indiretti, con studiosi e intellettuali del nostro Paese. Il suo amore per la Divina Commedia, che lesse in lingua originale.
Ideata e promossa dal Ministero della Cultura, con la collaborazione dell’Università di Oxford, la mostra è realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la curatela di Oronzo Cilli e la co-curatela e l’organizzazione di Alessandro Nicosia. Alcune delle autorevoli istituzioni internazionali coinvolte: l’Archivio Apostolico Vaticano, l’Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, la Tolkien Society, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, la Biblioteca civica di Biella, le case editrici Astrolabio-Ubaldini e Bompiani, il Greisinger Museum di Jenins e la Warner Bros Discovery.
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