Tokyo, al via i Giochi Paralimpici
Nel Paese del codice dei samurai e del Sol Levante, ma anche dell’innovazione e dell’infrastruttura, fedele all’istituzione dell’imperatore, prendono il via i XVI Giochi Paralimpici. Alla cerimonia d’apertura nella capitale Tokyo, tenuta alle ore 13 (le nostre ore 20), alla presenza proprio dell’imperatore Naruhito, fuochi d’artificio e consueta sfilata dei team di tutto il mondo, per un evento che si concluderà il prossimo 5 settembre. Un mese dopo avere ospitato le Olimpiadi, la festa di inizio a Tokyo prende il titolo “We have the wings”, alludendo alle ali che spingono al volo del sogno paralimpico gli atleti in gara. In tribuna, in uno stadio surreale senza pubblico per l’emergenza Covid, il presidente del comitato paralimpico internazionale, il brasiliano Andrew Parsons, assiste all’ingresso delle delegazioni, a cominciare come ormai costume da quella degli atleti rifugiati.
4.537 gli atleti che gareggeranno, in rappresentanza di 163 Nazioni, alla ricerca delle 540 medaglie in palio in 22 discipline. Esordiranno nell’occasione due sport: il para-taekwondo e il para-badminton. La mascotte dell’evento ha il nome di “Someity”, che deriva da un fiore di ciliegio chiamato “Someiyoshino”: il simbolo paralimpico è stato posizionato su una piattaforma galleggiante, come accaduto in occasione delle Olimpiadi, nella baia di Odaiba. Alla cerimonia d’apertura campeggia anche la bandiera dell’Afghanistan, in “segno di solidarietà” nei confronti degli atleti impossibilitati a partecipare dopo che i talebani hanno preso il controllo del paese: Hossain Rasouli (lancio del disco) e Zakia Khudadadi (taekwondo). A spiegarlo, lo stesso Parsons durante il media briefing tenutosi oggi al Main Press Centre di Tokyo. A sventolare la bandiera afghana nello Stadio Olimpico, un rappresentante dell’UNHCR, l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati.
L’Italia sfila per 14esima con una spedizione da record da ben 115 atleti (63 donne) in 15 sport. Da Roma ’60, prima edizione dell’evento, mai avevamo raggiunto un numero così elevato di partecipanti, tra cui diversi campioni: su tutti i portabandiera, la schermitrice Beatrice Vio, oro e bronzo nel fioretto ai Giochi di Rio 2016, e il nuotatore Federico Morlacchi, un oro, tre argenti e tre bronzi da Londra 2012 a oggi. Da notare quindi come il movimento paralimpico azzurro guidato da Luca Pancalli abbia recepito le nuove disposizioni a livello internazionale di ammettere, nella parità di genere, il doppio alfiere. “Bebe” Vio, che a Rio ebbe l’occasione di portare la bandiera alla cerimonia di chiusura, da alfiere azzurro ha parlato della grande responsabilità di «rappresentare un Paese così bello, veramente qualcosa di grande. La nostra Nazionale di scherma – ha aggiunto – è pronta, è carica, non vediamo l’ora di cominciare».
Notevole anche l’emozione di Federico Morlacchi: «Un’emozione unica, perché vedere quel fuoco che arde dopo un anno complicato sembra una liberazione. Il mio obiettivo ai Giochi è molto semplice – ha aggiunto: – voglio solo divertirmi e godermela fino in fondo. Poi dal 5 settembre inizierà la missione più difficile, la missione di papà per la quale nessuno, alla fin fine, è mai allenato..». Tra gli atleti che hanno sfilato, anche Morteza Mehrzad nella delegazione iraniana. Sulla sua carrozzina, dall’alto dei suoi 2 metri e 46 centimetri di statura, è il secondo uomo più alto del mondo. Nel sitting volley, ha già guidato la sua nazionale all’oro paralimpico a Rio 2016.
«Spero che le misure strettamente coordinate attuate da tutti coloro che sono coinvolti per la prevenzione dell’infezione consentiranno a tutti gli atleti di competere nei loro sport in buona salute con completo impegno e tranquillità» – ha affermato l’imperatore rivolgendosi al capo del Comitato Paralimpico Internazionale, Parsons, durante un incontro che ha preceduto la cerimonia d’apertura, come riferiscono i colleghi di Kyodo news. “Vorrei unirmi a voi nell’augurare il meglio a tutti gli atleti”, ha aggiunto, pur rilevando la sua preoccupazione che i paralimpici possano affrontare rischi maggiori durante la pandemia rispetto agli atleti durante le Olimpiadi che si sono concluse all’inizio del mese. «Faremo tutto il possibile – ha risposto Parsons – per offrire Giochi sicuri per tutti. Le Paralimpiadi non sono solo fantastiche da guardare, hanno anche la capacità di trasformare la società come nessun altro evento sportivo su questo pianeta».