Tlemcen capitale della cultura islamica
La città algerina è stata da sempre un crocevia di civiltà, ora diventa luogo di incontro e di dialogo tra Oriente e Occidente
La città algerina di Tlemcen è stata designata dall’Isesco, l’Organizzazione islamica per la cultura, l’istruzione e la ricerca scientifica con sede a Rabat, in Marocco, capitale della cultura islamica. La designazione è in rappresentanza della regione araba, mentre Giacarta rappresenta la regione asiatica e Conakry quella africana.
I festeggiamenti ufficiali si sono aperti un paio di mesi fa, il 16 aprile, in concomitanza con “La Giornata del Sapere”. L’on. Khalida Toumi, Ministro della Cultura, in occasione di una conferenza stampa organizzata per annunciare i vari programmi dell’anno, aveva affermato che una quarantina di Paesi sono stati invitati per promuovere il dialogo tra diverse culture, “concetto che rappresenta uno dei fondamenti filosofici delle capitali culturali dell’Islam”.
Fra le varie candidate, Tlemcen è stata scelta grazie alla sua storia secolare e ai preziosi gioielli architettonici di cui è custode e che ripercorrono ogni epoca della tradizione islamica, sin dalla fondazione del primo Emirato di Ben Ifren, ad opera della tribù degli Zeneti. La città berbera si trova nel nord-ovest algerino al confine col Marocco e da sempre è stata un crocevia di civiltà. La sua origine risale al periodo romano, quando costituiva un avamposto militare col nome di Pomaria. Successivamente, divenne un centro propulsivo di un grande regno arabo che dominò il Maghreb centrale, centro commerciale, rifugio privilegiato per i musulmani di Andalusia dopo la caduta di Granada nel 1492 che vi trasferirono il loro raffinato sapere, trasformando la città in un centro di produzione e di diffusione del sapere filosofico e legale.
Tlemcen ospita l’80% del patrimonio islamico d’Algeria. L’anno di celebrazioni ha offerto l’occasione per realizzare infrastrutture culturali e per avviare progetti di restauro e di valorizzazione del patrimonio. E’ in stato già avanzato la costruzione del Centro per gli Studi Andalusi, il cui progetto risale agli anni ’80, di due palazzi delle esposizioni, di un palazzo della cultura, di un centro per la raccolta di manoscritti e di un théâtre de verdure con una capienza di 2000 posti. Infine, verranno realizzati anche quattro nuovi musei dedicati, rispettivamente, all’archeologia islamica, alla calligrafia araba, all’arte e alla storia di Tlemcen e agli usi e costumi tradizionali della città algerina.
Soprattutto, è stato già completata la ricostruzione del Palazzo Reale degli Zianidi, demolito dal colonialismo francese. Sebbene solo alcuni reperti siano rimasti intatti, la nuova costruzione cerca di ripetere il vecchio palazzo. Nonostante l’apparente finezza, caratterizzata da cesellature e ricami tipici del mondo arabo e musulmano, il lavoro è stato criticato da molti esperti per essere un tentativo approssimativo. Il teatro aperto sul retro del palazzo offre spettacoli di diverso tipo, soprattutto, di musica andalusa.
L’attuale presidente algerino Bouteflika, originario di questa città, nel corso dell’inaugurazione dei vari eventi previsti per celebrare la capitale della cultura islamica, ha esplicitamente indicato l’obiettivo di Tlemcen 2011: «Promuovere una migliore comprensione dell’Islam da parte gli occidentali e una migliore intesa tra i popoli»; «è nostro dovere – ha proseguito – lavorare congiuntamente non per creare scontri e caos, ma per costruire dialogo, consenso e scambi verso una grande riconciliazione delle culture umane», che ha definito numerose, variegate e soprattutto “tutte rispettabili”.
L’iniziativa, senza dubbio positiva sotto molti punti di vista, non ha mancato di suscitare critiche e tensioni. L’amministrazione della città ha accusato le autorità del governo di aver realizzato progetti senza una previa necessaria consultazione a livello locale. Oltre all’approssimatività nella realizzazione di alcune iniziativa, molti hanno l’impressione che gli sforzi realizzati non abbiano attirato il numero previsto di turisti, soprattutto dall’estero. E’ quello che mi dice anche una signora, che mi ferma su una delle strade del centro città, meravigliata del gruppo di cui faccio parte, una trentina di visitatori di 12 Paesi. Mi conferma che è raro vedere gruppi dall’estero nonostante Tlemcen sia capitale della cultura islamica per il 2011.