Tieni la porta aperta

Le famiglie sono immerse nel mondo e si trovano spesso, nel rapporto con le nuove generazioni, di fronte ai problemi tipici della società: mancanza di valori, disorientamento, consumismo… E i genitori soffrono. Vorrei premettere che io vedo queste situazioni come aspetti del dolore infinito che Gesù ha vissuto quando si è sentito abbandonato dal Padre. Un figlio ateo è come lui che si è sentito senza Dio. Un figlio disorientato è come lui che, in quel grido, appare senza più orientamento. Un figlio che ha perso il senso dei valori è simile a lui che credette vanificato tutto ciò che aveva fatto e detto… Quindi io direi a queste famiglie di non scoraggiarsi mai, ma di vivere tali situazioni in questa dimensione spirituale e non perdere la pace. A volte croci di questo genere durano a lungo? Prendi ogni giorno la tua croce… ci dice il Vangelo. Ne avremo sempre una con noi. Come è stato per lui. Soprattutto quando i figli sono adolescenti o nella prima giovinezza, è quasi inevitabile che attraversino momenti difficili. Come mantenere la pace e allo stesso tempo restare aperti al dialogo con loro, nonostante un comportamento e perfino un modo di esprimersi che spesso ci ferisce? Ricordo una mamma che un giorno mi ha fatto una domanda del genere. Aveva una figliola che rincasava tardi la sera ed io, pensando a quanti ragazzi oggi passano le notti in locali dove è normale consumare alcol e droga, le ho detto: Tieni sempre la porta di casa aperta! Finché torna, ringrazia Dio…. Era tanto agitata e questo le ha dato un po’ di pace. Ho poi saputo che ha fatto proprio così, ha tenuto la porta aperta e la figliola adesso dà meno pensieri. Prima non aveva un buon rapporto con la mamma, poi ha sentito che in lei c’era sempre accoglienza e ha trovato una normalità. Bisogna guardare alle situazioni senza pregiudizi e paure, anche tenendo conto di come vanno le cose nel mondo. Gesù ha detto: Chi non lascia padre, madre, moglie e figli…. Quindi occorre un distacco completo; bisogna guardare ai figli non come a una proprietà ma come a dei prossimi da amare. È logico che il cuore di una madre, di un padre, avrà i suoi palpiti speciali, ma a un dato punto occorre il distacco, altrimenti non si vive il Vangelo. Occorre prima essere spiritualmente distaccati e poi, con cuore nuovo, far tutto quello che dovrebbe fare un genitore, consigliandoli, seguendoli… Ma senza quella premessa, non si combina niente in famiglia, perché siamo turbati continuamente dalle preoccupazioni e non riusciamo ad amarci come dovremmo amarci. E poi momento per momento, in ogni dolore che capita, magari causato dai figli, andare al di là della prova. Perché solo così si è liberi e capaci di ascoltare lo Spirito Santo che dà il dono del consiglio, col quale possiamo aiutare coloro che ci sono affidati.

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