Thor torna a colpire

Ma questa volta è lui essere colpito. Da chi? Dall’amore. Eccolo in Thor:Love and Thunder di Taika Waititi. Un successo annunciato.
Natalie Portman (Photo by Jordan Strauss/Invision/AP)

Ha subito sbancato il botteghino il quarto capitolo della saga Marvel Cinematic. Eccessivo, confusionario, piacione. Ecco Thor, implacabile dio biondo e forzuto che si trova a combattere con l’amore. Sì, perché l’ex fiamma, l’astrofisica Jane Foster (Nathalie Portman) ritorna alla grande e il nostro eroe si sente smarrito, anzi sono loro due a trovarsi fuori fase, perché, nonostante tutto, l’amore cova ancora: un amore romantico, amore-e-morte sullo sfondo di lotte titaniche.

Già, Thor si trova a combattere contro il cattivissimo Gorr, macellatore degli dei (Christian Bale): un povero uomo che in realtà credeva negli dei, è stato deluso da loro ed ora li vuole uccidere. Riflessione parareligiosa o espediente per apparire “profondi”? Chissà, il fatto è che l’uomo, diventato un mostro cadaverico e orrido, ce la mette tutta addirittura a rapire i bambini, a chiuderli dentro la vorace bocca di un mostro, vendicando così la morte della figlioletta.

Thor ovviamente non sarà solo ma verrà aiutato dal suo martello “dialogante”, dagli amici, dalle valkirie ed altri esseri (con una ormai consueta strizzatina al tipo sessuale “politicamente corretto”).

Non è finita: Thor deve vedersela con Zeus, il dio che è il suo idolo e allora va alla sua corte a chiedere aiuto. Ovviamente la fisicità scultorea di Thor attirerà molti sguardi anche di uno Zeus un po’ farfallone (Russel Crowe, l’ex gladiatore, chi l’avrebbe detto?). Ma il “padre degli dei” è una delusione, quasi una macchietta. Insomma, questi dei sono poca cosa, dei poveri egocentrici, per di più vendicativi, che inutilmente poi Thor cercherà di eliminare.

Il finale non si svela perché presuppone la quinta puntata.

Che dire del filmone zeppo di effetti speciali, di fantasie spaziali, di voglia di stupire e di sorridere nell’immenso gioco cosmico che è il prodotto lussuoso con tanto di magnifiche star?

Certo, il film ha voglia di prendere in giro un po’tutto, di essere serioso anche, ma di piacere ad ogni costo specie agli adolescenti che già affollano le sale (un miracolo in questi tempi di carestia).

È un classico prodotto del divertimento americano dove si mescola tutto, riflessione, amore, sacrificio, vita e morte e fantasia, tanta fantasia. Almeno questa è ciò che salva il film.

Star gigantesche, scene maestose ed intime, un po’ di horror che non guasta mai, baci da fotoromanzo e il biondo titano figlio di Odino – la saga nibelungica è tornata di gran moda – che salva sempre il mondo umano ed extraterrestre come, finalmente, un dio minore, ma buono e “normale” (poteri soprannaturali a parte). Sarà così? Buona visione nell’attesa di una nuova super-galattica avventura.

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