THE VOICE dei deboli
Papa Bergoglio va negli Usa e lungo tutta la sua visita non cessa di dar voce ai più deboli. Arriva a bordo di una semplice 500 definendosi «figlio di migranti» (e lo dice ad un presidente che non può che dirsi anch’egli tale) ed enuncia il suo semplicissimo programma: «Proteggere i più deboli».
Denuncia le «ingiuste discriminazioni», probabilmente intenendo con ciò richiamare le opzioni pro-life della Chiesa statunitense, ma in modo discreto, senza nessun tono da crociata. A Saint Patrick pranza coi senzatetto. Ai vescovi ricorda le piccole vittime degli abusi sessuali – «mai più» – e li invita a «dialogare con tutti senza paura». Ne ha anche per la difesa del creato, debole creato, elogiando «le promettenti misure anti-inquinamento» e invitando quindi gli Usa a continuare nella via faticosamente intrapresa da questa amministrazione.
Oggi è rinata THE VOICE, ma con un accento nuovo: è la voce dei più deboli. Una voce che non vuole mischiarsi alle altri voci dei potenti di questa Terra in una gara a chi parla più forte. THE VOICE ha più del sussurro sulla croce che della proclamazione in piazza.