The Sandman, il fumetto è diventato una serie

Il lavoro di Neil Gadman, The Sandman, è ora su Netflix dal 5 agosto. Primo in classifica.
Sandman foto Netflix

Sono 75 i numeri pubblicati tra il 1989 e il 1996 per la saga di fumetti che ha convolto appassionati ovunque, tanto da rendere impossibile una sua trasposizione televisiva o cinematografica. Eppure Allan Heinmberg c’è riuscito ed ecco sul piccolo schermo in dieci episodi di 53’, il mondo della fantasia con i tocchi horror, visionari, profetici, mitologici e drammatici che sulla scia del Trono di spade ormai fanno storia. E successo.

Il protagonista della serie è il pallido, lunare Sogno (Tom Sturridge), una delle sette entità, gli Eterni, che regolano ogni aspetto della vita umana. Sogno è un monarca catturato da uno stregone umano (guarda caso l’attore che lo interpreta è il terribile vecchio Lannister del Trono di spade). Egli deve liberarsi, riconquistare il reame perduto e rimediare ai propri errori.  Figure come Disperazione, Morte, Lucifero e altre lo affiancano.

Nella serie la miscela fra sacro e profano scorre con invidiabile ritmo: troviamo Caino e Abele, Lucifero appunto – interpretato da Gwendoline Christe, la bionda Brienne di Tarth del Trono di spade -, l’inferno dei dannati, la voglia di immortalità degli uomini, le epoche umane dal medioevo all’attualità e una infinità di personaggi secondari.

Nel duello tra Lucifero e Sogno, lui che sembra sconfitto, si salva con una definizione: “Io sono speranza”, cioè per gli uomini poter sognare, avere progetti, desiderare l’immortalità è fondamentale. Anche per combattere il dolore e la morte, la quale è una figura sorella del Sogno che accompagna gli umani al trapasso con gentilezza, confortandoli: giovani, vecchi o infanti.

Patetiche almeno tre scene: il vecchio violinista ebreo che suona Schubert e recita lo Shemà prima di morire, il bambino appena nato, e il giovane sportivo che ha appena preso in simpatia la bellissima ragazza che è poi la morte.

Tra esorcismi in messali romani, vortici e magie, cattivissimi e buonissimi, la saga è pensata molto bene ed il messaggio “filosofico” sotteso ritorna periodicamente nei dialoghi: in definitiva abbiamo bisogno dei sogni, perché abbiamo  bisogno di speranza, di amicizia, di amore. Di vita, soprattutto.

Sceneggiata con estrema abilità, la serie è una indagine sui rapporti umani, sulle relazioni interpersonali, e sul desiderio di un mondo più giusto, silenzioso. Si intrecciano momenti intimi, commoventi, strazianti e giocosi, sempre con la passione dominante per la fantasia che anima scenografie estrose, curate e atmosfere ad un tempo irreali ed umane.

 

 

 

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