The quiet girl. Come è difficile crescere
Di racconti di formazione il cinema è molto ricco. Ma quando tocca ad un lavoro così sottile e liberante come The quiet girl, si resta sorpresi, ed anche colpiti. Il motivo è semplice: il cinema è ancora capace di dire i sentimenti senza abusare di formule fisse, già datate, o di cedere alla moda dell’eccesso, del problematico tout court. Qui evita il pericolo grazie ad una regia sicura e scabra, ad una fotografia che offre l’anima – delle persone, della natura, degli ambienti (la bravissima Kate McCullogh) – e alla recitazione “naturale” del cast.
Siamo in Irlanda, nel 1981, aleggiano venti di guerra civile. Cait (la meravigliosa Catherine Clinch) ha 12 anni, vive in una famiglia numerosa: il padre anaffettivo, violento, fedifrago, la madre incinta per la sesta volta, dimessa, forse schiavizzata dal marito che è inglese. In casa c’è tensione ed anche povertà. Cait parla poco, non è compresa dalle sorelle, si nasconde, a scuola va male. Soffre. I genitori decidono di farle trascorrere l’estate presso dei lontani parenti in un altro paese: sono persone adulte e sole, senza figli, vivono in una fattoria. La “zia” che accoglie la bambina è signorile, attenta, amorevole, il marito è un duro dal cuore d’oro, lavora parecchio, è di poche parole.
Cait cresce, scopre cose nuove, gli animali, l’acqua, la terra, i sentimenti: vede la coppia parlare cuore a cuore, cosa a cui non è abituata. Scopre la gioia di vestirsi bene, di essere servizievole, impara a leggere bene. Scopre anche il doloroso segreto della coppia grazie ad una vicina pettegola: il figlio morto da piccolo. Scopre così anche la morte. Impara il dolore nascosto, segreto, vissuto con dignità e riversato come affetto su di lei. Ma la vacanza finisce e la coppia la accompagna a casa. Ce la farà ora che ha scoperto la gioia di essere amata, ce la farà con un padre del genere?.
È proprio questo il filo conduttore di The quiet girl: i bambini hanno bisogno di “sentire” l’attenzione, la cura fatta di tenerezza ma anche di disciplina amorevole, di valorizzazione dei propri talenti e sentimenti, di scoprire la libertà e la felicità. Gli adulti non fanno una bella figura, il padre di sicuro per nulla, al contrario dello “zio” che si rivela un uomo tenero. La “nuova famiglia”, anche se per poco, è un nido di amore, di rispetto. Di unione.
È il dolore che lega la coppia alla bambina: il dolore di Cait che a casa non è amata e quello della coppia priva del figlio che viene sostituito dalla ragazzina, presa dal ricordo del passato e dalla esperienza che la fa esplodere, pur nel silenzio, come piccola donna sicura, decisa e cresciuta. Delicatissimo, scarno, recitato in originale in gaelico, il film è spontaneo, ricco, emozionante: soprattutto “vero”. The quiet girl è un gioiello raro nella cinematografia attuale e nel trattare l’infanzia senza sconti ma anche senza brutture inutili. Da non perdere, per i ragazzi e le famiglie.
__