Thank you for smoking
Sorprende e spiazza questa godibilissima commedia che diverte e si diverte a frantumare le regole del politically correct violando uno dei tabù più solidi e rispettati: quello del fumo. L’eroe di turno è Nick Naylor, lobbista e portavoce delle multinazionali del tabacco che per mestiere deve convincere l’opinione pubblica che fumare non è così rischioso come politici, medici e scienziati vogliono far credere. Dotato di una moralità flessibile, come egli stesso ammette, unita a una straordinaria capacità dialettica, Nick è un asso nel suo lavoro che deve però conciliare con il suo ruolo di padre alle prese con un figlio intelligente e curioso. Suo acerrimo nemico un senatore ecologista del Vermont, leader della campagna antifumo, che non risparmia trucchi e colpi bassi per condurre la sua crociata, votata più che altro alla sua visibilità politica piuttosto che alla tutela della salute dei consumatori. Scritto benissimo, diretto con mano sicura da un esordiente figlio d’arte (il padre di Jason Reitman è Ivan, il regista di Ghostbuster), popolato da una miriade di personaggi minori assolutamente convincenti, Thank you for smoking è un esempio di ottimo cinema, che riesce grazie a una massiccia dose di caustica ironia ad affrontare un tema così delicato senza affondare nei luoghi comuni né mistificare la realtà essenziale, cioè che fumare fa male. Un film per certi versi liberatorio, che pur non prendendosi molto sul serio, ha l’indubbio merito di denunciare le ipocrisie che imperversano in entrambi i lati della barricata. Regia di Jason Reitman; con Aaron Echart, Maria Bello, Sam Elliott, Cameron Bright, Adam Brody, Katie Holmes. Cristiano Casagni