Testimoni di vita nuova
A due anni dalla scomparsa di Chiara Lubich, si è tenuto presso la Pontificia Università Urbaniana, il convegno dal titolo: "Come in cielo così in terra".
Sono passati alcuni anni da quel 24 ottobre 2004, giorno in cui fu conferita a Chiara Lubich la laurea honoris causa in Teologia della Vita Consacrata, ma l’approfondimento delle motivazioni che indussero l’Istituto Claretianum di Roma a darle questa onorificenza accademica sembra non esaurirsi. Con tematiche diverse si sono già svolti tre convegni.
Il 20 marzo, nell’ambito delle manifestazioni che hanno ripercorso il messaggio di Chiara a due anni dalla sua scomparsa, si è tenuto presso la Pontificia Università Urbaniana, il quarto convegno dal titolo: "Come in cielo così in terra", organizzato dalle consacrate e dai religiosi aderenti all’Opera di Maria (Movimento dei Focolari) e promosso dal Claretianum, al quale hanno partecipato circa 370 persone. In questo numero della nostra rivista riportiamo le relazioni e le esperienze.
Di fronte ad alcune problematiche che toccano la vita consacrata, e che si ritrovano nella società di oggi (frammentazione, disarmonia, mancanza di significatività, ecc.), il convegno approfondisce, all’interno di una cornice di antropologia trinitaria e con il contributo di varie esperienze, un "modello organizzativo" che nasce dalla spiritualità dell’unità: gli "aspetti" (cf. C. Lubich, Una via nuova, Roma 2002).
Nella prima relazione, J. Moran, cogliendo l’attuale emergenza antropologica e indicando nell’intersoggettività il nuovo paradigma culturale, presenta un progetto di umanesimo che, nato dal carisma dell’unità di Chiara Lubich, affonda le sue radici nel modello trinitario, ha come misura Gesù Abbandonato e vede in Maria la figura-tipo della sua realizzazione.
Su questa base C. Mulatero espone i "sette aspetti" che offrono una via per vivere con sempre maggiore integrazione e armonia tutte le dimensioni che riguardano la singola persona e la collettività (gruppi, comunità, ecc.). Alcune esperienze, poi, ne mostrano i frutti nella vita personale, nel mondo della formazione alla vita consacrata e nel mondo del lavoro.
Riportiamo, inoltre, due risposte di C. Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, rivolte a un gruppo di vescovi: la prima, sugli aspetti nella vita del Movimento; l’altra sul rapporto tra il carisma dell’unità e gli altri carismi.
Infine, L. Bruni ci offre un interessante saggio nel quale vengono delineate, alla luce delle tappe della vita di Maria, alcune tappe di crescita, sviluppo, morte e risurrezione di un’opera, e alcuni orientamenti per la gestione economica di strutture nate da carismi.
Quanto proposto in questo numero della nostra rivista è un primo tentativo di approccio alle tematiche antropologiche che investono i consacrati e le consacrate, chiamati a confrontarsi con le realtà e le sfide del nostro tempo e a donare con la loro vita segni di speranza.