Terremoti, pericoli e nuove norme

Sono quasi cinque milioni gli utenti di strutture pubbliche situate in zone ad alto pericolo sismico. Napoli la provincia che rischia di più. Geologi a confronto
Terremoto Abruzzo

Il 46 per cento degli edifici scolastici (oltre 20 mila scuole) e il 41 per cento degli ospedali italiani sorgono in zone ad alto rischio sismico, coinvolgendo quasi 5 milioni di utenti. E purtroppo, la pericolosità dei terremoti è amplificata dall’elevata vulnerabilità delle strutture: il 60 per cento degli edifici è, infatti, stato costruito prima del 1971, e dunque non rispetta la normativa antisismica varata nel 1974. A commentare i dati del Cresme (Centro ricerche economiche sociali, mercato, edilizia e territorio), è il neo presidente dei geologi del Lazio, Roberto Troncarelli. «Nell’ambito dei rischi naturali che caratterizzano il nostro Paese – spiega – il rischio di terremoti è quello con impatto sociale ed economico più elevato, per l’alta densità abitativa e la conseguente grande diffusione di infrastrutture».

 

La provincia ritenuta più a rischio è Napoli, mentre, secondo la Protezione civile, il costo dei terremoti che si sono verificati negli ultimi quarant’anni è di oltre 100 miliardi di euro.

 

«L’Italia – aggiunge Troncarelli – è un paese giovane dal punto di vista geologico e una delle zone più sismiche del Mediterraneo, con catene montuose in piena formazione. Per questo motivo si verifica annualmente un elevato numero di terremoti, non tutti percepiti dall’uomo. Le aree maggiormente colpite, in cui gli eventi hanno raggiunto X e XI grado d’intensità della scala Mercalli, sono le alpi Orientali, l’appennino Settentrionale, il promontorio del Gargano, l’appennino centro meridionale, l’arco Calabro e la Sicilia Orientale».

 

Ad ogni evento sismico di una certa importanza, viene aggiornata la mappa della pericolosità sismica del territorio italiano. Tuttavia, spiega il presidente dei geologi del Lazio, «l’effetto di un terremoto non dipende solo da fattori legati all’intensità dello stesso, ma anche dall’assetto geologico e geomorfologico del sito dove si verifica. Aspetti trattati per la prima volta nelle Norme tecniche per le costruzioni del 2008», delle quali si discuterà venerdì 21 gennaio a Firenze, in occasione del secondo Forum nazionale dei geologi italiani, nel corso del quale si commenteranno le linee guida redatte da una Commissione interregionale, composta da esponenti di quasi tutti gli ordini regionali.

 

Il Forum, guidato dal neopresidente nazionale Gian Vito Graziano, vedrà circa cinquecento rappresentanti e sarà un’occasione di confronto sull’auspicata omogeneità di applicazione della nuova normativa a livello regionale.                                       

                                     

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