Terra Santa: Summit delle chiese cristiane
Rappresentanti degli episcopati europei e statunitensi si sono incontrati, dal 14 al 16 gennaio, a Gerusalemme con il patriarca dei Latini, Michel Sabbah, il Nunzio Apostolico in Israele, Pietro Sambi e i rappresentanti delle Chiese cristiane in Terra Santa. Nel corso del vertice, i vescovi hanno adottato una serie di impegni e progetti che, nelle loro intenzioni, dovrebbero migliorare le condizioni di vita delle comunità cristiane della regione. In particolare si vuole creare “un coordinamento trans-nazionale” per consentire una più capillare diffusione delle notizie provenienti dai Luoghi Santi ed incrementare i contatti con le Chiese di Terra Santa. Una volta tornati nei Paesi di origine, i vescovi si impegneranno ad incoraggiare nelle Chiese locali i pellegrinaggi, “veri e propri segni di solidarietà non solo spirituale ma anche materiale verso i cristiani”. La solidarietà si esprimerà anche a livello economico e concreto con una serie di progetti a sostegno della popolazione. I vescovi sono ripartiti per le loro conferenze episcopali con una promessa: “Non cesseremo mai di aiutarvi, fratelli di Gerusalemme, di Palestina, di Israele e di Giordania”. EBREI Giornata della memoria Con un po’ di amarezza nel constatare quanto poco l’umanità di oggi abbia imparato dalla storia. Ma anche con la speranza nel verificare quanto i giovani abbiano voglia di conoscere il proprio passato ed agire per la pace tra i popoli. Con questo stato d’animo, anche quest’anno le comunità ebraiche italiane hanno vissuto il “Giorno della m e m o r i a ” , che si è celebrato con manifestazioni ed incontri in tutta Italia il 27 gennaio, data dell’abb a t t i m e n t o dei cancelli di A u s c h w i t z . Nel presentare la Giornata, Amos Luzzatto, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane ha ricordato gli eroi, spesso anonimi, che hanno messo a rischio la loro vita per salvarne altre. “Un giusto – aggiunge – spesso vive nell’ombra ma la sua giustezza si ripercuote favorevolmente su tutta la collettività”. Sono questi eroi anonimi della storia “l’espressione della speranza e, in ultima analisi, dell’ottimismo che permette agli ebrei di sopravvivere”. Molteplici sono state le manifestazioni promosse. A Roma, per esempio, il centro ebraico “Il Pitigliani” ha proposto una serie di proiezioni di documentari a licei e scuole medie. A Milano invece si è inaugurato il “Giardino dei Giusti” dove il 24 gennaio si sono piantati i primi tre alberi. Il primo è dedicato a Moshè Bejski, presidente della Commissione Giusti di Yad Vashem il museo dell’olocausto di Gerusalemme, che decide chi siano i giusti. Gli altri due alberi sono stati piantati in onore di Pietro Kuciukian che ha creato il giardino di Yerevan per ricordare i Giusti ”armeni” e a Svetlana Broz che sta creando il giardino a Sarajevo per ricordare la pulizia etnica nei Balcani. L’obiettivo milanese è quello di estendere il concetto di Giusto ai tanti genocidi del 900 (i gulag, la pulizia etnica nella ex Jugoslavia, la tragedia degli armeni e dei curdi). ECUMENISMO La divisione è una ferita “Dono grande è l’unità”. Con questa esclamazione, Giovanni Paolo II si è rivolto alle migliaia di persone che hanno riempito l’aula Paolo VI per la consueta udienza del mercoledì. Il pensiero del Papa questa volta però è rivolto al difficile traguardo della piena comunione dei cristiani. L’udienza si svolge infatti nel cuore della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, durante la quale il Santo Padre non ha perso occasione per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica all’impegno per l’unità delle Chiese. La divisione – aveva detto all’Angelus – è una “ferita” che pesa. E nell’udienza del mercoledì – riprendendo il discorso – ammette che l’opposizione tra le Chiese è uno “scandalo” che grida nel mondo. Il Papa non si perde però d’animo e passa all’azione: “È necessario – dice – coltivare tra i cristiani un amore impegnato a superare le divergenze; bisogna sforzarsi di superare ogni barriera con la preghiera incessante, con il dialogo perseverante e con una fraterna e concreta cooperazione a favore dei più poveri e bisognosi”. Ancora una volta, Giovanni Paolo II torna a ribadire la sua disponibilità a discutere del ministero petrino, definendo “utile” una riflessione comune che propose anni fa nell’Enciclica “Ut unum sint” per trovare “una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova”. Nonostante la fragilità umana in cui è custodito il dono dell’unità, il papa traccia un bilancio positivo riconoscendo il cammino ecumenico sinora percorso, la qualità delle relazioni che si sono intessute tra le Comunità e i frutti raggiunti dai dialoghi teologici. “Possiamo dire – ha aggiunto – che i cristiani sono oggi più compatti e solidali, anche se la strada verso l’unità resta in salita, con ostacoli e strettoie”. PACE Anche i più piccoli in piazza Anche i più piccoli sono scesi in piazza per la pace. Domenica 26 gennaio i ragazzi dell’Azione Cattolica (Acr) di Roma hanno dato vita ad una colorata manifestazione che ha animato per una mattinata intera la città. “Può sembrarti strano – recitava lo slogan – ma la pace è a portata di mano!”. Si sono dati appuntamento la mattina presto in piazza Navona ed hanno poi sfilato in corteo per le vie del centro fino a piazza S. Pietro, dove tra giochi, canti e spettacoli si sono scambiati un gesto simbolico di pace ed un messaggio di amicizia e fraternità. La manifestazione si è conclusa con la preghiera dell’Angelus, al termine del quale, come tradizione, Giovanni Paolo II ha liberato due colombe. La manifestazione si è collocata al termine del Mese della pace tradizionalmente dedicato dall’Azione Cattolica alla riflessione sul tema con una serie di iniziative di preghiera e sensibilizzazione, che hanno coinvolto nelle diocesi e nelle parrocchie centinaia di migliaia di persone, bambini, giovani e adulti. IL PAPA VIA SMS Il papa al telefono? Anzi, al cellulare? Sembra proprio di sì, visto che dal 15 gennaio è possibile ricevere quotidianamente sul cellulare un breve pensiero del papa (per il momento in italiano, ma è previsto di allargare presto l’offerta ad altre lingue) tratto dalle sue omelie, o messaggi o discorsi. I pensieri del papa saranno diffusi in collaborazione con la sala stampa della Santa Sede, grazie a un sistema sviluppato da Acotel. Il servizio – disponibile per i clienti Tim con apparecchio Wap – si affianca a quello di informazione religiosa disponibile già da alcune settimane e che prevede l’invio di una preghiera al giorno, del santo e del Vangelo del giorno. La Santa Sede si dimostra ancora una volta aggiornata e al passo con i tempi: sono state molte, del resto, nell’ultimo periodo, le prove della propensione alla modernità che la chiesa ha dimostrato, evidenziando una capacità di adattamento, e sfruttamento, nei confronti dei new media insospettabile e più spiccata rispetto ad altre istituzioni. Fu lo stesso Wojtyla, due anni fa, a sorprendere tutti parlando di Internet come uno strumento meraviglioso “in grado di evangelizzare il mondo”. Fu sempre lui un anno dopo ad ammonire sugli usi distorti del web che rischiavano di far crescere il solco tra ricchi e poveri del mondo con due documenti ufficiali che avevano nel titolo la parola Internet.