Terra santa

Un appello “vibrante” a tutti i cattolici di Francia perché non dimentichino la Terra Santa e non cessino di agire e pregare per la pace in Medio Oriente. A lanciare il messaggio sono stati i vescovi francesi che dal 27 dicembre al 2 gennaio si sono recati a Gerusalemme per manifestare la solidarietà della Chiesa di Francia ai cristiani che vivono in Medio Oriente. Della delegazione – guidata dal presidente della Conferenza episcopale francese, mons. Jean-Pierre Ricard – hanno fatto parte sette vescovi e tre sacerdoti tra cui il presidente del Comitato per i rapporti con l’islam e il segretario del Comitato per le relazioni con l’ebraismo. Al loro ritorno hanno sottoscritto un messaggio alla nazione dal titolo “Non dimentichiamo la Terra Santa”. I vescovi chiedono ai cattolici francesi di farsi “pellegrini di pace e di fraternità ” nei luoghi santi. “I nostri fratelli cristiani – scrivono – e coloro che vivono in Terra Santa hanno bisogno di essere visitati e di sentire affetto ed interesse nei loro confronti”. Ai giovani rivolgono l’invito a “donare uno o due anni della loro vita a progetti di cooperazione. Noi ne abbiamo incontrati alcuni e rendono un servizio importante”. Il messaggio si conclude con un invito alla preghiera “costante” per la pace. La pace – scrivono i vescovi – “è possibile, è la sola soluzione ed è alla portata di chi osa camminare sulle vie della fiducia, del dialogo vero, della giustizia, della saggezza. I cuori dei popoli vi sono disposti molto più di quanto si creda”. EUROPA 2003, anno della Bibbia Una campagna per fare del 2003 l’anno della Bibbia. A lanciarla sono le chiese cristiane di alcuni paesi europei (tra cui Germania, Austria, Svizzera e Francia) con l’auspicio che l’avvicinamento ai testi sacri possa aiutare le persone a trovare risposte di senso agli interrogativi della vita. L’iniziativa porta il titolo “Cercare. E trovare” (Suchen. Und finden) e in Germania è organizzata da cattolici, evangelici e ortodossi, riuniti nella Arbeitsgemeinshaft chrisklicher Kirchen (una sorta di Consiglio ecumenico delle chiese). L’Anno si è aperto ufficialmente il 1° gennaio con una cerimonia a Dresda e si concluderà il 28 dicembre a Magonza. Non è la prima volta che la Germania dedica un anno alla riscoperta della Bibbia: una simile celebrazione fu promossa nel 1992. Per questa edizione, Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca, ha invitato i tedeschi “a guardare alla Bibbia con curiosità ” e a riscoprirla “in modo molto personale”, poiché “la Bibbia – ha detto – è un’offerta a tutti coloro che si interrogano oggi sul senso della vita”. In Svizzera, l’iniziativa è stata presentata in grande stile nel corso di una conferenza stampa con un corollario di progetti ecumenici ideati per avvicinare il pubblico al testo sacro. Il primo – “Sulle tracce della Bibbia” – coinvolge scuole e gruppi di bambini dagli 8 ai 13 anni. Il secondo – “Cammini biblici” – punta invece al turismo e all’arte con una serie di percorsi storici e visite archeologiche a luoghi significativi. Il terzo progetto invita invece comuni, parrocchie e comunità a ricopiare una o più pagine della Bibbia, per ricavarne un manoscritto originale in più lingue, comprese quelle dell’America Latina, Africa ed Europa dell’est. ECUMENISMO Settimana di preghiera per l’unità Riconoscere il volto di Cristo nei “dannati della terra” e nei i volti della miseria umana, ma soprattutto percorrere “i sentieri della carità che si fa servizio gratuito e solidarietà”. È l’impegno che quest’anno le chiese cristiane in Italia si sono riproposte in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si è svolta dal 18 al 25 gennaio sul tema “Un tesoro come in vasi di terra” (2 Corinzi 4,5-18). A sottoscriverlo sono i rappresentanti delle chiese del nostro paese nel messaggio inviato alle comunità alla vigilia della Settimana. Il testo, come ogni anno, porta la firma di mons. Giuseppe Chiaretti, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, di Gianni Long, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche e dell’arciprete Traian Valdman, vicario eparchiale del vicariato ortodosso romeno d’Italia. Ma chi sono “i crocifissi della vita” oggi? Sono – si legge nel messaggio – i barboni delle stazioni ferroviarie, i miserabili degli slums, gli affamati di Korogondo… quei volti spauriti di gente perduta, quegli sguardi incattiviti di ragazzi che imbracciano il fucile per uccidere, quei giovani che in nome d’un “paradiso” speciale per i terroristi ammazzano e si ammazzano…”. Le chiese invitano i cristiani a ricercare Cristo nei poveri, dietro i quali “egli ama nascondersi ” (“Avevo fame e mi avete dato da mangiare “) per “vedere se sappiamo ancora cercarlo in essi con la fede, senza scandalizzarci d’una mediazione che può non essere sempre gradevole”. MOVIMENTI 25 mila scout in Thailandia Dal 28 dicembre al 7 gennaio 25 mila ragazzi scout provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento a Sattahip, in Thailandia, per partecipare allo “Jamboree”, incontro mondiale del movimento fondato nel 1907 da Robert Baden Powell. Zaini, sacchi a pelo, stuoini e fazzolettoni. Era presente anche una folta rappresentanza dello scoutismo italiano: in 562, dai 14 ai 17 anni, hanno partecipato all’iniziativa thailandese e prima di partire per l’oriente, la delegazione è stata ricevuta dal presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi. “Jamboree” è un termine coniato da Baden Powell per esprimere l’idea di un grande incontro finalizzato a rafforzare lo spirito di fratellanza scout. Il primo Jamboree si tenne a Londra nel 1092: seguirono poi quelli di Copenaghen (1924), Arrow in Inghilterra (1929), Godollo in Ungheria (1933). Quest’anno, i ragazzi hanno approfondito il tema della condivisione in un mondo sempre più globalizzato. “Condividiamo il nostro mondo, condividiamo la nostra cultura” era infatti il titolo che ha fatto da sfondo alla manifestazione. Cento i work-shop organizzati: momenti di incontro dove grazie alla presenza di giovani provenienti da tutti i continenti, gli scout hanno potuto sperimentare in prima persona cosa significa vivere il confronto tra popoli e culture diverse.

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