Terra madre
Ermanno Olmi ha girato dei documentari capaci di riprendere la realtà quotidiana con sguardo esistenziale e poetico. A questo genere appartiene il suo ultimo lavoro, che inizia con citazioni virgiliane, recitate dalla calda voce di Omero Antonutti, e finisce con le parole significative di una canzone ecologica di Celentano. Il regista presenta l’aspetto positivo della natura, che ci offre un ambiente accogliente, armonioso e rassicurante.
Il titolo è quello del Forum, tenuto a Torino, che ha visto la partecipazione di migliaia di agricoltori. Colpiscono gli sguardi e i discorsi, improntati a praticità e mitezza, dei presenti venuti da tutto il mondo, accomunati dalle minacce del processo produttivo basato sulla chimica, dello sfruttamento forzato del terreno, delle perdite della biodiversità e della dignità del cibo: i bambini scheletrici dell’Africa e quelli obesi dell’America sono riconosciuti entrambi vittime dello stesso genocidio ambientale. Si vedono, anche, giovani intraprendenti, che organizzano coltivazioni scolastiche, secondo i saggi metodi tradizionali. Ed è ricordato un contadino, morto da cinque anni, che scelse di vivere da solo, poveramente e in piena simbiosi con il proprio terreno.
L’illustrazione di questi comportamenti ha lo scopo di aiutarci a riscoprire il giusto rapporto con la Terra. Il lirismo del documentario suggerisce che i nostri modi con lei devono essere semplici e sereni. Essa, allora, saprà rispondere a modo suo, con i suoni della pioggia e del vento, con i profumi e i sapori dei frutti, suscitando ricordi d’infanzia.
Regia di Ermanno Olmi; collaborazioni: Carlo Petrini, Franco Piavoli.