Teresa May e la sfida della Brexit
Nessuno avrebbe potuto prevedere le ricadute che il referendum sull’Unione Europea ha avuto sul sistema politico inglese. I due principali partiti, quello Conservatore e quello Laburista, ne sono usciti lacerati. Innanzitutto il primo ministro David Cameron, avendo commesso un enorme errore di guidizio in quanto all’esito del referendum, ha rassegnato le sue dimissioni. Poi 172 parlamentari del Labour hanno chiesto le dimissioni del loro leader, Jeremy Corbyn, e quando questi ha rifiutato hanno chiesto di andare a nuove elezioni per la guida del partito.
Poi Boris Jonhson, esponente di punta della campagna per l’uscita dall’Ue e considerato ormai primo ministro in pectore, è stato pugnalato alle spalle dal suo sostenitore Michael Gove; che è a sua volta stato escluso dall’elezione alla guida dei Conservatori, lasciando due donne a contendersi il voto finale. Infine, ciliegina sulla torta, il ritiro di una delle due ha aperto la via all’“incoronazione” dell’unica candidata rimasta. Se avessimo letto una storia del genere in un romanzo, l’avremmo considerata alquanto inverosimile.
Ma chi è Teresa May, e che genere di primo ministro sarà? Figlia di un vicario anglicano, Theresa May è stata ministro degli Interni per sei anni, ed è stata colei che ha detenuto questa carica più a lungo nei tempi moderni. Il ministero degli Interni è uno dei più duri, essendo responsabile tra le altre cose dell’antiterrorismo, delle forze di polizia, di criminalità e immigrazione.
I ministri degli interni di solito non durano più di un paio d’anni: la May è stata la sesta a detenere la carica in sei anni. A sentire coloro che hanno lavorato con lei, ha una determinazione di ferro e tiene molto più a portare a termine un lavoro, che alle formalità, preferendo un panino veloce ad un costoso pranzo al ristorante.
Intervistati dalla radio della BBC, gli elettori della sua circoscrizione hanno espresso un’opinione positiva del suo lavoro come parlamentare; alcuni hanno addirittura affermato di “amarla”, cosa che non si dice molto spesso dei politici. Ha aumentato la sua percentuale di voti ad ogni elezione, e nel 2015 ha raggiunto l’incedibile mole di 27.000 voti.
Teresa May è stata a volte descritta come “un conservatore con il cuore”, e alcune delle sue idee le sono valse l’appoggio di persone che normalmente non voterebbero conservatore. Ha davanti a sé un compito titanico, a partire dalla gestione della Brexit. E anche se lei ha fatto campagna per rimanere nell’Ue, ha promesso di fare del suo meglio perché la Brexit funzioni.
(Traduzione di Chiara Andreola)