Teorema zero

Finalmente nelle sale il film di Terry Gilliam presentato a Venezia due anni fa. Dai contorni sfuggenti e non sempre di facile lettura, alterna alti e bassi, insieme a momenti bellissimi, indimenticabili. Il regista si conferma mago dell'immaginazione e del pensiero simbolico
Teorema Zero di Terry Gilliam

Nel panorama estivo dei cinema che chiudono per ferie e delle arene, resistono alcuni prodotti tra il bello, il buono e lo scontato. È quasi un miracolo l’uscita di Teorema zero di Terry Gilliam, presentato a Venezia ben due anni fa. Vale la pena vederlo, sapendo tuttavia che si tratta di un lavoro fantascientifico e simbolico dai contorni sfuggenti.

 

In un futuro per nulla remoto, nella terra controllata da un ignoto “Grande fratello” Qohen – il perfetto Christoph Waltz – lavora  per una misteriosa azienda per risolvere il “teorema zero”, ossia quello che dà il senso della vita. Egli lavora a casa sua, ma viene controllato da una psichiatra virtuale – Tilda Swinton – di cui finisce per innamorarsi. Visionario, apocalittico e coloratissimo, il film presenta alti e bassi, insieme a momenti bellissimi, come lo scienziato che gioca a palla col sole, indimenticabile. Da non perdere perché il fantasioso Gilliam, per quanto non sempre facile, è un mago dell’immaginazione e del pensiero simbolico.

In sala ci sono altre offerte: per gli amanti del genere Tartarughe Ninja in 3D, It Follows, thriller americano adolescenziale, David Bowie Is, documentario sulla mostra del cantante di recente scomparso.

I più letti della settimana

Il sorriso di Chiara

Abbiamo a cuore la democrazia

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons