Tentato remake
Aspirante vedovo. Ce ne voleva di coraggio per tentare il remake de Il vedovo di Dino Risi, capolavoro del 1959 con Alberto Sordi e Franca Valeri. E, accanto al coraggio, però non si può dire che l’esperimento sia del tutto riuscito. Luciana Littizetto sa fare la cattiva davvero, acida moglie in carriera che colpevolizza il povero Fabio De Luigi, dalla faccia depressa e vendicativa. Manca però il senso del riso sottile che caratterizzava l’agrodolce del film di Risi, perché il regista Massimo Venier allinea una serie di quadretti dove si sta per spiccare un volo che tuttavia non s’alza quasi mai, tranne rari momenti, come nella scena del tentato omicidio (di lei). In particolare, e dispiace, manca la finezza del tratto. Non tutti sono Dino Risi e compagni.
Non perdere Gloria, premiato a Berlino, del cileno Sebastiàn Lello con una sfolgorante Paulina Garcia. Lei è Gloria, appunto, 58 anni, divorziata, due figli adulti, un nipote e un vicino antipatico. La donna è simpatica, vitale, per nulla rassegnata alla solitudine. Incontra un uomo, anche lui solo, e ne nasce una storia. Ma lui non si rivelerà all’altezza. Il cineasta cileno ha il coraggio di affrontare il tema della maturità, della quasi vecchiaia, vista sia dall’angolazione maschile che da quella femminile. Nessun vittimismo, ma solo gioia e voglia di vivere e di lasciarsi andare all’amore, anche se con cautela e senza ipocrisie. La forza di Gloria è nella verità assoluta del personaggio, nell’aderenza alla realtà umana più vera di un cinema che non nasconde nulla del sentimento, dalla gioia alla tristezza, dall’amarezza alla libertà dei quasi-vecchi di continuare ad amare la vita. Stupenda l’interpretazione di Paulina Garcia.
Cattivissimo me 2. Sequel del cartone numero uno, è un divertente film per piccoli e grandi sul supercattivo Gru che ora è padre e non più un delinquente. Vederlo per rilassarsi e pensare.
Per chi ama ‒ e sono tanti – il genere horror,ecco Oltre i confini del male: la stregata famiglia dei Lambert alle prese con una casa zeppa di presenze. Inquietante, come ogni horror che si rispetti, ma, a dire il vero, “già visto”.