Tensioni in India, un invito alla prudenza

Letture affrettate degli eventi, date dall'Europa, non rendono giustizia alla realtà  del Paese.
scontri india

Si fa gran parlare in questi giorni di nuovi scontri fra cristiani e fondamentalisti indù. Ne parlano sia i quotidiani che i notiziari televisivi sottolineando la situazione di tensione esistente nel Paese asiatico, conosciuto fino ad alcuni decenni fa per la sua tolleranza verso seguaci di tutte le fedi.

 

Gli ultimi avvenimenti, legati fra l’altro alla pubblicazione di un testo di scuola con un’immagine irriguardosa nei confronti di Cristo, hanno riacceso tensioni e polemiche. Non sono pochi a ritenere che ci sia una vera e propria strategia per colpire i cristiani, non tanto la Chiesa cattolica. Spesso infatti gli incidenti sono diretti verso gruppi di estrazione pentecostale assai rigidi ed intransigenti, che rischiano di creare un’immagine del cristianesimo tutt’altro che aderente alla realtà. Non pochi incidenti, che hanno avuto come bersaglio luoghi di culto cristiano o persone di Chiesa, sono stati e continuano ad essere frutto di malavita ordinaria. Non di rado, come è stato in Orissa, le tensioni sono prima di tutto di natura socio-politica, con radici profonde che coinvolgono anche l’aspetto religioso. Dimensione, tuttavia, che non esaurisce il problema.

 

Non dovrebbe sfuggire che ultimamente la questione dei cristiani in India è stata trattata ben più in Italia che in seno alla Chiesa indiana stessa. Ad articoli a tutta pagina di alcuni dei nostri quotidiani si affianca il silenzio della Conferenza Episcopale Indiana (Cbci), peraltro in sessione plenaria in questi giorni proprio a Guwahati, nel Nord est del Paese, a sole quattro ore da Shillong, uno dei centri di tensione. Il sito della Cbci riporta solo un comunicato della All India Christian Council, che raccoglie rappresentanti di diverse Chiese e denominazioni cristiane, che ha rivolto un indirizzo alle autorità governative per assicurare che i cristiani non creeranno tensioni ma per sottolineare come permanga uno stato di preoccupazione per episodi di intemperanza nei loro confronti.

 

I quotidiani indiani sottolineano, fra l’altro, gli interventi del ministro degli Esteri italiano. Dall’Europa, un punto di osservazione tutt’altro che privilegiato per cogliere le problematiche che sottostanno a queste situazioni lontane da casa nostra, conviene usare prudenza per non rischiare di aggravare situazioni o di dare letture poco aderenti alla realtà. Difficile essere apprezzati come paladini della libertà. Da un lato abbiamo secoli di storia alle nostre spalle che non sono davvero esemplari di tolleranza. E anche negli ultimi tempi il vecchio continente, ed il nostro Paese in particolare, hanno continuato a lanciare messaggi tutt’altro che incoraggianti in quanto a tolleranza sia religiosa che culturale verso chi ha altre fedi e tradizioni.

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