Tenerezza di Norma
Musica di V. Bellini. Bologna, Teatro Comunale. Norma, tragedia lirica in due atti, anno 1831, vive di opposti. È madre, amante di un invasore romano, Pollione, che la tradisce. È sacerdotessa dei Druidi, tesa al mistero, all’evocazione di destini futuri, donata alla castità. Come Medea vorrebbe uccidere i figli del marito infedele, ma non osa; vendicarsi della giovane Adalgisa, amante dello sposo, ma non vi riesce. Unisce fierezza, furia a fedeltà al primo amore, al romano con cui alla fine condividerà il rogo, riconquistandolo all’amore col suo sacrificio. Una donna simile, si pone su di un piano superiore rispetto a tutti quelli che la circondano. L’amore è il suo vero dio: si gioca per lui la vita. Bellini inventa un personaggio di forte spessore morale, lo riveste di una musica casta per purezza melodica e finezza orchestrale, con un equilibrio raro nel teatro musicale. La cornice neoclassica impedisce infatti al sentimento, già romantico, ogni eccesso. Così alla preghiera Casta diva, ondulato volo nel cielo tra i fremiti del coro, segue una cabaletta appassionata, i cui virtuosismi sono gemiti del cuore. Cori tumultuosi e dolenti fanno da spartiacque ai duetti d’amicizia fra Norma e Adalgisa, ai rimpianti dell’amore ed ai terzetti pieni di pathos. Sino al vertice del Finale, una melodia che si allarga a giri concentrici per sfociare in una esplosione catartica ove tutti, cantanti e orchestra, diventano una cosa sola in un amore-dolore che è, di fatto, il centro dell’opera. Daniela Dessì, al suo debutto nel ruolo, artista colta e voce ricca di armonici, ha evidenziato, accanto agli altri, i lati di tenerezza del personaggio: una interpretazione di fine psicologia, struggente talora, come nel Teneri figli dell’inizio del secondo atto o nei duetti con Katye Aldrich, una Adalgisa dalla vocalità suadente. Anche di Casta diva ha dato una lettura delicata, pulita, come dev’essere appunto una preghiera. Certo, ha trovato una intesa sicura con Fabio Armiliato, Pollione deciso, con sfumature alla Del Monaco, sicuro negli acuti slanciati. I due, inseriti in un allestimento neoclassico sobrio con i sipari di Schifano – la luna grandeggiava -, e la regia discreta di Federico Tiezzi, hanno presentato una Norma alternativa, sicuramente da risentire. L’orchestra, guidata con mano stringente – forse troppo – dall’esperto Evelino Pidò, con l’ottimo coro, ha accompagnato l’opera belliniana, gioiello di superiore equilibrio. DESSÌ – ARMILIATO IN DISCO – Daniela Dessì sings Verdi, Orchestra Toscanini, dir. Mercurio, Decca. – Love Duets, Dessì-Armiliato, dir.Boemi, Philips. – U. Giordano, Andrea Chénier, Orchestra Verdi, dir. Sutej, New Studio Recording.