Tempo di Estate
Una volta trascorse le nostre brevi ferie, dobbiamo organizzarci per sistemare i bambini, visto che lavoriamo. Sto pensando di mandare per la prima volta la più grande di 7 anni in colonia estiva. Nonostante abbia avuto buone garanzie sull’associazione che la gestisce, ho come la sensazione di aver sbagliato, pensando ai rischi, alla lontananza… Come superare i timori e approfittare al meglio di questa necessità?. Lucia – Mn Il periodo di vacanza con la famiglia è molto importante perché offre l’occasione di riscoprire un rapporto nuovo fra tutti nella gioia di stare insieme. Tuttavia, fa presto a passare. Sono tante le famiglie nella vostra situazione in cerca di un ritrovo per i figli. Amicizie, parentele possono offrire alle volte preziosi momenti di compagnia. Ci sono anche centri estivi, campi, colonie, organizzate dai comuni, da parrocchie o movimenti che danno l’opportunità di fare qualcosa di significativo. Gran parte della nostra educazione, infatti, è avvenuta fuori dalla scuola e dalla famiglia. Si può dire dunque, che organizzare il tempo estivo dei bambini, non è solo un puzzle difficile da comporre, ma è una chance formativa di crescita globale della persona. Nelle varie esperienze, ci si abitua ad essere autonomi, a responsabilizzarsi, a stare con gli altri, a muoversi in libertà a contatto con la natura. Certo, occorre prima informarsi bene, come avete fatto voi, per scegliere l’iniziativa più adatta in base agli interessi, all’età e al carattere del bambino, ascoltando anche i suoi desideri. Può aiutare fare la prova di dormire fuori casa, per esempio da un amichetto. Dopodiché per consentire a tua figlia di cogliere tutta l’opportunità della proposta che le offrite, è necessario darle fiducia, pagando la moneta del distacco e della preoccupazione. Se sente la serenità dei genitori, sarà molto aiutata. Per questo è bene fare lo sforzo di controllare l’ansia e i timori, valorizzando le sue capacità e il valore dell’esperienza. Un’amica mi raccontava che i suoi primi campi scout sono stati i momenti più belli e costruttivi della sua giovinezza. In quelle occasioni, come in altre, ci si apre alla fraternità, si sviluppa un’educazione all’ambiente, si impara ad adeguarsi con disinvoltura alle regole, a non spaventarsi davanti ai propri limiti. Montavamo noi le tende – ricorda -, riempivamo con la paglia i materassi, andavamo a lavarci al torrente e si cucinava: piccole cose che ti costruiscono. Camminando nei boschi, imparavamo ad ascoltare il silenzio e in esso il cinguettio degli uccelli, il fruscio del vento e un senso di infinito. Una sera, intorno al fuoco, mi accorsi che una ragazza francese aveva freddo e le ho dato il mio maglione, anche se non la conoscevo. In quel momento pensai come sarebbe bello, se un giorno tutto il mondo diventasse così. Crescere un figlio è un po’ come far volare un aquilone: all’inizio bisogna correre forte, tenendolo ben stretto nella mano. Ma dopo, bisogna affidarlo alla forza del vento, allungando il filo. Spaziofamiglia@cittanuova.it