Tav: il dialogo riprende?

Cota convoca tutti i sindaci per discutere del “Piano della Valsusa” con misure per il territorio
Cota-Fassino

L’incontro richiesto dai sindaci contrari alla Tav  non c’è stato. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a Torino per un convegno organizzato dal Consiglio superiore della magistratura per i 150 anni della città, non li ha ricevuti. Ma ad aprire le porte al dialogo ora è il presidente della regione, Roberto Cota, dopo l’incontro avvenuto con il premier Mario Monti. Napolitano non ha lesinato commenti in merito alla Tav e ai disordini degli ultimi quindici giorni: «Rivolgo il più caldo appello a quanti restano non convinti della pur rilevante importanza, per l’Italia e per l’Europa, di quell’opera, affinché desistano da comportamenti inammissibili. C’è bisogno nel Paese di un clima costruttivo nel quale l’attenzione e gli sforzi si concentrino sull’impegno a garantire sviluppo, occupazione, giustizia sociale. L’espressione del sacrosanto diritto al dissenso su qualsiasi scelta e decisione politica e di governo deve escludere il ricorso a violazioni di legge, violenze, intolleranze e intimidazioni, come quelle che si sono purtroppo verificate in nome dell’opposizione al progetto Tav Torino-Lione».
 
A Torino c’è stato invece il commissario Ue Laurens Jan Brinkhorst, coordinatore del progetto europeo del Corridoio 5 di cui fa parte la Torino-Lione, per incontrare in prefettura il sindaco Piero Fassino, il presidente della provincia Antonio Saitta, il presidente dell’osservatorio per la Tav Torino-Lione Mario Virano e fare il punto sui lavori. Ora Cota ha deciso di incontrare tutti i sindaci della Valsusa, favorevoli e contrari all’Alta velocità Torino-Lione, lunedì 12 marzo alle ore 14,00, proprio con Piero Fassino, Antonio Saitta e Mario Virano. Dopo mesi e mesi di manifestazioni gli amministratori valsusini tornano tutti intorno a un tavolo, a due anni dalla rottura al tavolo dell’osservatorio tra i venti sindaci a favore e i 23 contro.
 
L’intenzione di Cota non è quella di ritornare sulle vecchie fratture, ma di parlare del cosiddetto “Piano della Valsusa”, presentando cioè il programma di possibili misure per il territorio, da concordare con gli amministratori locali e da portare a Roma al governo. Le prime risorse attese a Torino sono i venti milioni che il Cipe dovrebbe stanziare adesso, ma ce ne vorrebbero almeno cinquanta, che potrebbero diventare 135 a lavori finiti. Si tratta di una parte dei 300 milioni (di cui 100 coperti dalla regione e 200 dallo Stato), dell’“Atto aggiuntivo all’intesa quadro sulle infrastrutture”.
 
Nell’incontro con Cota si discuterà dell’elenco delle opere da fare: l’interconnessione della Torino-Ceres con il passante nella stazione di Rebaudengo, fondamentale per collegare via treno Torino e l’aeroporto di Caselle; la nuova fermata di Orbassano e l’attivazione delle fermate Dora e Zappata sul Passante ferroviario; l’acquisto di dieci convogli per i pendolari dell’hinterland torinese e delle valli per la Torino-Modane. Ma c’è soprattutto il capitolo compensazioni. Oltre alle risorse previste dalla legge “Obiettivo per la Tav”, come opere di mitigazione ambientale, ci sono gli impegni di sgravi fiscali per gli abitanti della valle e la promessa di utilizzo della manodopera locale nella realizzazione della futura linea.
 
 

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