A Taranto i Giochi del Mediterraneo
La Puglia e il Mediterraneo sono da sempre in costante connessione tra loro. La regione del sud Italia è da sempre la porta tra Occidente e Oriente e rappresenta davvero un posto di confine che è anche di dialogo. Papa Francesco ha già colto il valore strategico e simbolico del tacco d’Italia e, infatti, per febbraio 2020 è previsto un ritorno del pontefice a Bari in occasione dell’incontro dei vescovi del Mediterraneo.
A proposito di Mediterraneo, un altro appuntamento internazionale rafforza la Puglia in quel ruolo di “ponte”. Anche se manca ancora qualche anno, la nomina di Taranto a città ospitante dei XX Giochi del Mediterraneo segna il percorso di sviluppo e crescita di cui la “città dei due mari” ha bisogno. La città pugliese si è aggiudicata la manifestazione per il 2026, nello stesso anno in cui Milano-Cortina si sono aggiudicate le Olimpiadi invernali.
L’ufficialità è avvenuta a Patrasso in estate dove i 26 paesi che formano l’assemblea hanno votato all’unanimità per Taranto. La Puglia si conferma sede ideale dei Giochi del Mediterraneo, le Olimpiadi in cui si sfidano atleti appartenenti alle categorie giovanili provenienti esclusivamente dall’area del Mediterraneo, poiché Bari li ha già ospitati nel 1997 (con Pescara nel 2009, l’Italia è per tre volte sede dei Giochi).
Cosa significa la nomina di Taranto per questo appuntamento internazionale? Investimenti in una città che troppe volte è associata esclusivamente all’Ilva, tra problematiche occupazionali, ambientali e soprattutto sanitarie che hanno colpito molti lavoratori. Ora invece i cittadini, insieme alle istituzioni, da qualche tempo si stanno rendendo artefici di un riscatto culturale e sociale.
Taranto, che vanta una storia classica legata alla Magna Grecia, merita le attenzioni e un nuovo percorso di sviluppo: movimenti e gruppi di cittadini spesso si sono mossi con iniziative di sensibilizzazione e di dibattito per riappropriarsi della città, per cercare proposte e soluzioni ai disservizi, alla disoccupazione, alla devianza sociale (il rione Tamburi è celebre per casi di illegalità, eppure tante piccole realtà lottano con la cultura e la promozione sociale ogni giorno…). Non è un caso che il concertone del 1° maggio negli ultimi anni abbia riscosso maggior interesse rispetto a quello di Roma.
I Giochi del Mediterraneo sono l’occasione per avvicinare le speranze ai tarantini: tra pubblico e privato saranno investiti 250 milioni per costruire impianti sportivi e per rafforzare i servizi. Oltre Taranto, anche diciotto Comuni vicini saranno avvantaggiati dalle risorse messe a disposizioni. Si tratta di 21 impianti sportivi che verranno riqualificati, alcuni comprenderanno la zona del leccese e del brindisino. Nel progetto inoltre sono previsti quattro villaggi turistici per ospitare i circa 4000 atleti.
Senza dubbio, se fino al 2026 tutto andrà per il verso giusto, sarà l’occasione per concretizzare quel riscatto, come dopo la candidatura ha affermato Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto: «Rimettere questa città al centro del Mediterraneo e della sua storia, di annunciare al mondo che Taranto ce l’ha fatta e i fantasmi sono scacciati, che altri luoghi ugualmente belli e difficili del nostro meraviglioso mare possono seguire l’esempio di Taranto, che la grande famiglia dello sport guiderà simili riscatti. Taranto è tornata ed è una capitale di mare».
Più che i Giochi del Mediterraneo, la grande sfida è proprio quella di rimettere Taranto al centro del Mediterraneo, toglierla dalle etichette negative. A volte sono proprio le etichette a mettere in ombra la vivacità e il fermento che una comunità ha avviato. La nomina di questa manifestazione è la dimostrazione che un lavoro di progresso è iniziato ed è bene prosegua nel miglior modo possibile, come ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: «Siamo una squadra fortissima, il Coni, l’Italia, la Regione Puglia e Taranto hanno dato una bellissima prova, adesso c’è un grande lavoro da fare, la responsabilità che abbiamo assunto con questa firma è enorme e bisognerà preparare tutto per bene».